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Simone Trimarchi

martedì 6 maggio 2008

Recensione: DIARIO DI SCUOLA

Insegnante di nozioni o di vita?

Pennac scrive un libro sulla scuola si,ma diverso dagli altri. Parla al punto di vista di coloro che vanno male,di coloro che nonostante il passare degli anni sono ancora gli “asini” di turno. Scrive di un dolore di cui non si parla mai: il dolore di quando non si riescono a capire le cose.

L’autore non ne parla per sentito dire, ma come diretto interessato,come “ex-somaro” che ha vissuto gli anni scolastici come un incubo fino all’arrivo di quattro professori che,forse inconsapevolmente, gli hanno cambiato la vita.

Ora è lui a cambiare la vita a tanti bambini e ragazzi,in cui riconosce se stesso anni fa,con domande sottili,ironie,giochi e umanità. La prima cosa che fa è cercare di guarire i suoi alunni dalla paura e poi con nuovi metodi cerca di incuriosirli fino a portarli ad amare anche grammatica e matematica.

Non fa miracoli portando tutti al 10, ma riesce a creare serenità in un ambiente in cui per lui non conta il livello della classe,ma il livello individuale,la persona.

Forse è proprio la sua esperienza personale a permettergli di essere ciò che è oggi,a capire come pensano i bambini,quali sono le loro paure e i loro sogni,guidandoli verso ciò che diventeranno,per poi rimanere sorpreso incontrandoli anni e anni dopo per strada e “accorgendosi ad ogni incontro che una vita è sbocciata,imprevedibile come la forma di una nuvola”.

Fin troppo abituato a sentirsi dire che non avrebbe combinato niente nella vita,fa l’esatto contrario trasmettendo passione e sapere, ed evitando tutte quelle frasi tipiche dei professori come: “Con dei voti del genere cosa puoi sperare?”, “Quante probabilità di essere promosso pensi di avere?” o “Il diploma non lo avrai mai se continui così!”.

Come avvenne il passaggio da somaro a professore e da quasi analfabeta a romanziere non si può capire,ma attraverso episodi della sua vita ognuno può immaginare ciò che preferisce:un caso,uno scherzo del destino o un miracolo. A ciascuno la sua scelta.

Vite che si intrecciano con la sua e che cambiano grazie a poche parole,sguardi o ad una frase. Nessuno lo sa meglio di Pennac che un giorno,seduto nella sua cameretta, osservava dalla finestra due rupi scoscese già famose per abbreviare le sofferenze. Mentre le osservava con un po’ troppo trasporto il padre bussò e infilò dentro la testa: “Ah! Daniel mi sono dimenticato di dirti che il suicidio è un’imprudenza”. Una sola frase. E’ bastata.

Altri episodi della vita di Pennac si susseguono fra le pagine del libro, anche senza una sequenza temporale: gli anni più brutti della sua carriera scolastica seguiti dall’incontro con un professore di francese che,forse colpito dalla fantasia delle sue giustificazioni, scoprì il narratore che era in lui esonerandolo dal compito generale per commissionargli un romanzo e scatenando in lui anche l’amore per la lettura.

L’incontro,ormai da professore, con Nathalie,la bimba delle elementari che trovò singhiozzante fuori dalla scuola e che,fra una lacrima e l’altra, gli confidò il motivo di tanto dolore: “Non riesco a capire la proposizione-subordinata-concessiva-introdotta-da-congiunzione”. Pennac riuscì a trattenere le risate e tornati in classe,in meno di cinque minuti il problema era stato risolto e oggi che Nathalie ha 37 anni probabilmente non pensa più alle subordinate a meno che non abbia una figlia di 12 anni che le somiglia molto.

Il ragazzo svogliato che di fronte ad un compito in bianco gli restituì l’orologio,che chissà come gli aveva appena preso, confidandogli di voler diventare un prestigiatore. Oggi è piuttosto famoso.

Pennac ha smesso di insegnare da 12 anni,ma va ancora nella scuole come ospite e dimostra di conoscere i ragazzi nonostante il passare del tempo. Questo libro ne è una chiara dimostrazione.

La lettura è consigliata a tutti,bambini e genitori, ma soprattutto a tanti insegnanti che possano rendersi conto di quanto è importante il loro ruolo nella vita di quelle piccole persone che segneranno per sempre,nel bene e nel male.

Persone che cresceranno diventando medici,astronauti,prestigiatori,scrittori o altri insegnanti e che non dimenticheranno facilmente una persona straordinaria nel loro cammino.

Alice Corsi

1 commento:

Prof 2.0 ha detto...

Ho divorato questo libro e mi sono ritrovato in molte cose e l'ho saccheggiato per le mie lezioni! Davvero un piccolo gioiello!