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Simone Trimarchi

martedì 6 maggio 2008

Mario Dentone - L'arte dello scrittore



Questo mese abbiamo intervistato Mario Dentone, scrittore di romanzi, testi teatrali e assistente della professoressa G. Corsinovi, titolare della cattedra del corso di scrittura creativa. Incuriositi dalla sua storia e dalla travagliata passione per la letteratura, gli abbiamo chiesto di dare a tutti voi alcuni consigli per chi volesse entrare nel mondo della scrittura o per chi fosse interessato a comprendere come avviene la ricerca e la stesura di un testo.

Sappiamo che ha lavorato per gran parte della sua vita come contabile. Com'è nata in lei la passione per la letteratura e perché non ha proseguito gli studi universitari?

Sì, ho fatto per una vita il ragioniere in una grande azienda, per portare a casa uno stipendio per tenere in piedi la famiglia e crearmi una pensione dignitosa. E' stata dura, avendo ben altre ambizioni di vita. Ma quando fui mandato (allora erano i genitori a decidere) a ragioneria per avere un domani il famoso "pezzo di carta", ero davvero il controsenso dello studio, e in particolare delle materie letterarie. Tant'è vero che, pur se a ragioneria l'Italiano era materia di secondo piano, ogni anno ero rimandato a settembre. Fino all'ultimo anno, quando, grazie all'intuito di un anziano docente, scoprii la mia vera passione: la letteratura, la lingua italiana, la scrittura. Non proseguii gli studi universitari perché allora un ragioniere non poteva iscriversi a materie letterarie, e quando avrei potuto farlo ero ormai sposato e dovevo mantenere una famiglia.


Ad un certo punto della sua vita ha iniziato a dedicarsi esclusivamente alla letteratura e alla scrittura. Com'è stato inserirsi in questo mondo? Si aspettava di ottenere successo o scriveva solo per amor di cultura?


Si scrive per amor di cultura, ma si sogna sempre di avere una copertina in una vetrina di libreria o una corte di lettori, di vedere il proprio nome sui giornali o il proprio volto in televisione, sentire squillare il telefono per richieste di interviste, eccetera. E' ipocrita dire no, io non ci penso, scrivo per me stesso...

Il mondo della letteratura è, come ogni mondo in ogni ambito, fatto di piccole conventicole di potere e di grosse caste, di amici di amici di amici che si sostengono gli uni con gli altri, facendo diga a nuovi ingressi e intromissioni. Io non so fino a che punto ne faccio parte, so soltanto, e lo posso dichiarare, di non aver mai chiesto aiuto se non ai miei scritti, ai miei sacrifici, e chi mi è stato vicino lo può testimoniare.

Quanto ha inciso sulle sue opere l'aver conosciuto la professoressa Corsinovi e l'aver iniziato a seguire le sue lezioni come collaboratore?


Con Graziella Corsinovi esiste un rapporto di aiuto letterario reciproco da circa trent'anni, da quando ci conoscemmo in occasione della premiazione del mio primo romanzo, Equilibrio, nel 1979. Da allora ci siamo sempre consultati, sostenuti, lei ha sempre creduto in me e io ho cercato di fare la mia parte come amico e come sostegno a lei. A lei devo riconoscere di aver visto nella mia prima opera teatrale dedicata a Nicolò Paganini, i presupposti di una naturale tensione alla scrittura drammaturgica, essendo lei esperta in letteratura teatrale, incoraggiandomi a proseguire su questa strada, accanto alla mia prima attività di narratore. Ma avevo già tre romanzi editi alle spalle.

Ci può raccontare brevemente come avviene la preparazione di una sua opera? (la scelta dell'argomento, la documentazione, le prime bozze etc...)

Un romanzo, così come un lavoro teatrale, nasce da sé, come sempre, e quasi sempre casualmente, poi se la cosa è quella giusta attecchisce istintivamente, ogni giorno si fa sempre più presente e pressante, fino a che coinvolge e calamita ogni interesse, e allora mi documento, prendo appunti, per anni, fascicoli interi di appunti, ricerche, e poi, finalmente, la penna scrive, e io la assecondo, poi il computer, revisioni, ripensamenti, e quindi l'editore...la tensione di aver fatto una cosa buona... E diciamo che finora mi è andata bene, sia nei romanzi sia nel teatro.


Ha un'autore di riferimento a cui si ispira nella stesura dei suoi scritti? Intendo sia riguardo alla poetica che riguardo allo stile.

Tutti gli autori sono grandi, tutti gli autori sono punti di riferimento, per uno scrittore, così come per uno scrittore esistono sempre quegli autori e quei libri sui quali non può fare a meno, sistematicamente e periodicamente, mai stanco, mai annoiato, di tornare, e nel mio caso posso nominare Cesare Pavese, Marcel Proust, Luigi Pirandello, e uno dei maggiori scrittori e intellettuali d'oggi, e anche grande vero amico, Claudio Magris... Ma, ripeto, potrei elencare altre decine e decine di autori fondamentali...


Che consigli si sente di dare a dei giovani studenti che hanno voglia di scrivere e di cimentarsi con il mondo della narrativa o del teatro e che, magari, vorrebbero un pò farsi conoscere in giro?

Consigli? Uno in particolare: se veramente ci credono, lo sentono, di non mollare, perché cadute, delusioni, come si dice, nasate, ne capiteranno a centinaia, quotidianamente. Scuotere le spalle, la faccia, e rimettersi a tavolino, e... leggere, leggere, leggere, prima ancora che scrivere... Io ho avuto centinaia, dico centinaia, di rifiuti editoriali per i miei romanzi... Non ho mai mollato, sempre con serenità e cocciutaggine sono ripartito, e anche a quest'età ogni giorno riparto.

Simone Trimarchi

1 commento:

fra ha detto...

il mio compagno di banco ne ha fatta di strada!!complimenti sono davvero fierissima di te.. complimenti per l'iniziativa!però gli articoli non riesco a leggerli, un pò perchè sono senza occhiali - l'università fa brutti scherzi- e soprattutto perchè sono troppo lunghi..esattamente come al liceo, soprattutto su internet..sintesi!! spero tu stia bene e in bocca al lupo per la nuova avventura.