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La versione online del giornale del Campus Universitario di Savona



A volte ritornano...

Dopo alcuni mesi di inattività dovuta a qualche problema tecnico e qualcun'altro più spinoso di genere burocratico, eccoci tornati ad animare la vita al Campus con i nostri frizzanti articoli!

Attualità, eventi, cronaca, politica e poesia torneranno sotto ai vostri banchi per aiutarvi a passare indenni interminabili ore noiosissime di lezione!

VVR è il giornale di chi, come voi, vive con passione l'esperienza universitaria al Campus.

Seguiteci... Non ne rimarrete delusi!

Simone Trimarchi

giovedì 28 giugno 2007

Dico...o non Dico?!

Prima c’erano i PACS, ora i DICO. La proposta di legge dovrà attraversare un lungo iter parlamentare, difficile a causa della scarsa maggioranza di governo. Nell’ultimo mese Roma è stata centro di varie manifestazioni: dal Family Day all’orgoglio laico fino ad arrivare al Gay Pride. Tante cose sono state dette e tante ne dovremmo ancora sentire. Si dice che questa legge minaccerà la famiglia, credo che l’unica conseguenza sarà esclusivamente l’aumento di quest’ultime. Questa è solo una pura e semplice questione di diritti e di discriminazione. Dagli anni novanta sono pressanti e ripetuti gli inviti del Parlamento Europeo verso gli Stati membri a “pacificare coppie gay ed eterosessuali così come coppie conviventi e sposate”. Nel nuovo millennio non è cambiato ancora niente: infatti, anche in questo caso, l’Italia resta sempre il fanalino di coda dell’Europa. Forti pressioni sono state fatte dal Vaticano, ma bisognerebbe ricordare che c’è differenza tra potere spirituale e politico. La famiglia non è minacciata, è solo una richiesta del riconoscimento di diritti da parte di persone che convivono e si impegnano reciprocamente. Dovrebbe essere un fattore positivo dato l’alto numero di divorzi in Italia. La Chiesa ribadisce il suo NO a “forme deboli e deviate di amore”. Stiamo perdendo totalmente il senso e la forza delle parole. Proprio la chiesa è la prima a predicare “amore” e questo sentimento non può essere attaccato o messo in dubbio. Nessuno può dire a qualcun altro che il suo è un amore “deviato”. È solo e semplicemente amore. Assistiamo da mesi a un batti e ribatti dei nostri politici, del Governo che non ha il coraggio di attuare il piano per il quale è stato votato. In tutta Europa le coppie di fatto eterosessuali o gay vedono riconosciuti i loro diritti e doveri. Strano poi vedere tanti politici battersi per la famiglia, indignarsi davanti alle coppie gay e poi vedere che loro alle spalle di matrimoni ne hanno più di uno. La Chiesa non è contro il divorzio? Solleviamoci però, c’è qualcuno che può usufruire dei diritti per le coppie di fatto. Ebbene sì, i DICO o PACS o come li si vogliano chiamare esistono. Per chi? Esclusivamente per due categorie: giornalisti e parlamentari. Sono loro le eccezioni, seppur con qualche differenza. Per quanto riguarda i giornalisti, nella coppia di fatto il partner può usufruire della Cassa Mutua sanitaria in uso per la categoria professionale. I parlamentari hanno, ovviamente, qualche privilegio in più: oltre ad usufruire dello stesso diritto dei giornalisti, possono trasmettere la pensione di reversibilità al partner sopravvissuto e hanno anche il diritto all’adozione di minori. ne usufruì Palmiro Togliatti che adottò anche una bambina. Le domande che sorgono sono tante. Innanzitutto perché quest’eccezione non viene menzionata da nessuno? La risposta è semplice: forse sarebbe imbarazzante per molti parlamentari spiegare il motivo che li spinge a combattere con tanto ardore per negarci un diritto che loro hanno già.

Scienze della Persona


E’ tempo di scelte e bilanci per gli studenti. Scelte non sempre facili, bilanci dettati dall’emotività del momento o, qualche volta, affrettati e, vorrei aggiungere, scontati.
Comunque sia, è tempo di scelte e bilanci….
Per i fortunati che possono continuare gli studi o per quelli che si accingono a finirli, la facoltà alla quale si è iscritti sembra essere un punto fermo per il proprio futuro.
Un luogo dove i sogni e i desideri si mischiano con la realtà, creandone una nuova, più vera e possibilmente non solo virtuale…
Ma nell’entusiasmo degli inizi o delle fine di tale esperienza, non bisogna perdere di vista l’obiettivo finale: laurearsi nella difficile professione di essere persone, prima ancora che in una qualsiasi altra disciplina. Pensate: “dottori in Scienze della Persona”, magari con un bel 110 e lode…
Essere persone consapevoli è il nostro vero obiettivo, non ottenere un pezzo di carta!
Conquistare il nostro spazio interiore dovrebbe essere la nostra vera ambizione, senza sperare che la laurea o i docenti possano sostituirsi alle nostre responsabilità.
Troppo spesso, infatti, le aspettative superano i risultati. Così, si ricade nel facile luogo comune dell’inefficienza dell’università italiana, dell’inevitabile suo declino, della ormai cronica inadeguatezza dei programmi, dell’assoluto menefreghismo dei docenti, ecc…
Tutte facili scappatoie per un pensiero di comodo, che poco si addice alla coscienza critica che uno studente universitario dovrebbe possedere.
Certo, è vero che altrove i campus sono più belli, più attrezzati, più moderni. Ma non sottovalutiamo quello che ci è messo a disposizione da questo Campus, da questa Facoltà. Scienze della Comunicazione di Savona è una facoltà nuova sotto un duplice aspetto. Nuova perché in continua evoluzione: basti pensare che ogni anno cambiano i programmi, i laboratori, le iniziative. E nuova soprattutto per la mentalità delle persone che ne fanno parte: in primo luogo i docenti, molti dei quali ampiamente disponibili, oltre che competenti, il personale amministrativo e tutti coloro che in essa lavorano. Persone, che lavorano per noi, che continuano a studiare insieme a noi e che progettano il futuro di questa facoltà assieme a noi. Non è poco!
Non sarà il fascino dell’avanguardia, ma di certo è quello della complicità e della serietà.
Chissà se poi, noi studenti, in un fantascientifico esperimento, sapremmo fare molto di più? E se sì, perché, invece di passare il tempo in inutili e quanto mai improduttive polemiche, non proviamo a implementare il nostro sistema mentale per proporre idee, lanciare iniziative, aprire nuovi spazi? So che di idee e menti brillanti, in questo Campus, ce ne sono in quantità: sia da parte degli studenti che da parte dei docenti.
Basta un accenno che subito una chiacchierata in pausa mensa diventa un nuovo spunto per la lezione o magari persino un progetto…Ma ci vuole pure la volontà, la voglia di fare.
Perché, senza quella, di strada se ne fa davvero poca. Troppo comodo dare la colpa ai programmi, quando si cerca di evitare di studiare pure quelli minimi. Facile dire che il docente non ha saputo spiegare, quando si passano le già limitate ore di lezione a non ascoltare. Forse sarebbe utile capire se si vuole veramente imparare. Prima di avere fatto questa scelta, non si può pretendere di essere ascoltati, capiti, aiutati…
Credo che, più di ogni possibilità, quella della comunicazione, sia una scienza che ci fa crescere come individui, capaci di utilizzare delle competenze come trampolino di lancio verso nuove sinergie. L’università diviene, allora, un luogo dove veramente imparare, transitando per i prati del campus e colmando il nostro “sacco vuoto” di nuovi contenuti.
Un luogo dove si ricevono energie più che nozioni, dove soprattutto si diventa ricchi di quell’umana comprensione che ci rende ancora prima che laureati, Persone!

Anna Scavuzzo

giovedì 21 giugno 2007

Allarme bomba!

Un articolo pubblicato sul Secolo XIX, edizione di Savona, del 16 maggio 2007 riporta un fatto di cronaca avvenuto a Vado due giorni prima, durante la notte, che ha il sapore agrodolce di un misto tra sconcerto e ilarità.
Stando a quanto si legge, intorno alla mezzanotte di lunedì 14 un residente di uno stabile sito in via Verdi si è lamentato con un vicino per il volume dello stereo troppo alto, vista l'ora tarda.
Da qui sarebbe scaturita una lite, culminata con lanci di stoviglie dalla finestra da parte del vicino “appassionato di musica”, trinceratosi in casa a causa dell'imminente arrivo dei carabinieri.
Ma il bello deve ancora arrivare.
Pare infatti che tale vicino fosse conosciuto alle forze dell'ordine per detenzione di proiettili, dunque ritenuto potenzialmente pericoloso.
Per questo i nostri amati eroi dell'anti-terrorismo hanno fatto evacuare l'intera palazzina, onde scongiurare una strage dovuta al possibile scoppio di un ipotetico ordigno.
E fu così che una banale lite condominiale venne trasformata in un allarme bomba di massimo livello.
Sarà un effetto dell'undici settembre?
La provincia di Savona ha di che preoccuparsi, intanto suggerirei di alzare il livello di guardia...


News by RSS

Volete sapere sempre cosa succede al Campus senza dover andare sui vari siti (anche se sono molto belli ;-) ) che ne parlano? Volete con un solo click ricevere tutte le news del campus? Non vi resta che accedere una sola volta a http://www.campus-savona.it/, sottoscrivere i feed RSS che più vi interessano tra gli otto disponibili (accoglienza, arte e cultura, aziende, formazione, ricerca, sport, svago e università) e da quel momento, utilizzando un programma di lettura dei feed (IE7 e mozilla lo fanno, ma ci sono anche programmi dedicati freeware come feedreader), riceverete ogni nuova informazione pubblicata. I canali li trovate nella pagina dedicata alle news ed eventi.
Anche il blog della redazione di “Quelli che il Campus...” pubblica dei feed e quindi ogni nuovo articolo pubblicato potrete leggerlo immediatamente.
Per una descrizione accurata di cosa sono i feed RSS, come si comportano e cosa fanno, vi rimando a wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Really_simple_syndication), perché rischierei di essere più noioso di quello che normalmente sono! Vi dico solo che sono uno strumento utilissimo, ed è importante, per tenersi sempre aggiornati, utilizzarli.


Marco Ruggero

Al Campus il convegno provinciale sulle energie rinnovabili



L’ 11 giugno 2007 il Campus Universitario Savonese ha ospitato l’importante convegno “La Provincia di Savona rinnova le energie”, evento che si inserisce nel programma energetico ambientale provinciale per la diffusione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico.
Il programma del convegno, esteso sull’intera giornata, ha previsto la partecipazione di importanti ed autorevoli testimonianze che dimostrano come territorio, sostenibilità energetica e mondo accademico possano interagire positivamente, ponendo la nostra Provincia in netta evidenza sul piano dell’utilizzo delle energie rinnovabili in ambito nazionale.
La scaletta dei lavori ha previsto preliminarmente un indirizzo di saluto ed un piano introduttivo da parte delle autorità provinciali. Tra gli interventi: Marco Bertolotto, Presidente della Provincia di Savona, ha sottolineato l’importanza di promuovere strategie ed investimenti territoriali in energia sostenibile; Enrico Paliotto, Assessore alla Tutela Ambientale, ha illustrato l’origine antropica dei cambiamenti climatici ed ha presentato gli obiettivi del piano energetico provinciale.
Carla Siri, Assessore all’Educazione Ambientale, ha sensibilizzato la platea sulla tutela e sul rispetto dell’ambiente, sottolineando la necessità di concertare un razionale piano di gestione dei rifiuti solidi urbani; Maurizio Bagnasco, Presidente della Scuola Edile, ha illustrato i principi della bio-architettura, partendo dalla progettazione edilizia energeticamente intelligente; Marco Macciò, Presidente dell’Unione Industriali, ha presentato il trend energivoro, sempre crescente, nei settori industriali e nei servizi, prospettando scenari energetici nel medio-lungo periodo.
Successivamente il programma del Convegno ha previsto un inquadramento tecnico-normativo con l’intervento su “La nuova legge regionale e la certificazione energetica” di Carlo Marzani, finalizzato alla compatibilizzazione tra legislazione a tema energetico, linee guida nazionali e regionali, presentando il ruolo dell’Ufficio Energia Regione Liguria.
A seguire la relazione di Maria Fabianelli, dell’Agenzia Regionale per l’Energia Liguria, che ha mostrato il bilancio energetico attuale della nostra Provincia e come questo viene strutturalmente generato.
Giovanni Arnaldi, rappresentante IPS (Insediamenti Produttivi Savonesi), è entrato nel dettaglio descrittivo del PEAP (Piano Energetico Ambientale Provinciale), approfondendo da un lato i concetti di efficienza e certificazione energetica e dall’altro definendo un programma di azioni territorialmente sostenibili, che si possono riassumere nelle seguenti tre tematiche fondamentali: 1) Impiego delle fonti rinnovabili; 2) Promozione dell’efficienza energetica; 3) Diffusione di una corretta cultura energetica.
Vincenzo Garesi, dirigente della Provincia, ha illustrato le finalità dello Sportello provinciale dell’Energia e Giampiero Suetta del Solar Technology Group ha presentato il progetto europeo PURE.
Ferruccio Pittaluga, Professore Ordinario della Facoltà di Ingegneria e coordinatore con la prof. Angela Trucco dell’indirizzo “Gestione dell’Energia”, nell’ambito della Laurea Specialistica di Ingegneria Gestionale, ha esposto il concetto di energia territorialmente distribuita in uno scenario eco-sostenibile. In particolare ha illustrato l’attività dei laboratori e dei progetti pilota attivi nel nostro Campus, con specifico riferimento all’impianto di gassificazione di biomasse.
La simbiosi tra energia da biomasse forestali, eolico e solare rappresenta la più probabile linea di sostenibilità energetica provinciale, come è emerso dalla sessione pomeridiana che ha previsto gli interventi di Enrico Richeri (Impianti eolici di media potenza), Paolo Gnocchi (Energia da biomasse), Mattia Rossi (Filiera del legno) e Massimo Ippolito (Impianti eolici di alta quota).
La seguente tavola rotonda e relativo dibattito sono stati incentrati sull’interessante concetto di “Risparmio Energetico” a cui ha fatto seguito l’intervento conclusivo di Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati.
Il Campus, con questo evento, ha acquisito una corretta visibilità in ambito provinciale ed ha assunto il ruolo di aggregatore di competenze multi-disciplinari finalizzate allo sviluppo sostenibile del nostro territorio.
Nella fotografia, il professor Ferruccio Pittaluga durante uno dei suoi interventi.
Pier Giuseppe Giribone e gli studenti del corso di “Gestione delle Macchine e dei Sistemi Energetici 2”

Vacanze-studio: istruzioni per l’uso.

L’esperienza di una vacanza studio potrebbe rivelarsi alquanto traumatica se la si affronta nel modo sbagliato. Ci sono accorgimenti e malizie che si acquisiscono dopo anni di esperienza e che ho deciso di rivelare in queste righe che seguiranno. Per chi non dovesse riuscire a leggere tra le righe sarà una semplice raccolta di episodi surreali avvenuti al sottoscritto durante le vacanze in Inghilterra, che spero serviranno a farvi dimenticare per qualche minuto le preoccupazioni quotidiane. Regola numero uno, mai sottostare alla volontà dei genitori che ci vorrebbero in partenza da soli, per far sì che durante la permanenza all’estero si parli solo straniero e non italiano “sennò ti mandiamo a passare l’estate a Cornigliano”; sebbene sia uno dei compromessi per farci pagare la vacanza, niente potrebbe essere più sbagliato. Anzi, di peggio c’è solo partire in due (si rischia di diventare gli zimbelli della combriccola) specie se si tratta di due esemplari di sesso maschile, che saranno per sempre additati come gli “ambigui” che stanno sempre insieme. Chi è stato in vacanza studio sa di cosa sto parlando e se non ho risvegliato ricordi traumatici sapranno certamente del passaggio numero due, per il quale, non lo nascondo, è necessaria una massiccia dose di “culo”. Si tratta del delicatissimo momento in cui ti appioppano la famiglia presso la quale vivrai nelle settimane a venire, tramite una straziante selezione modello militare. Qui devo ammettere la mia propensione per la sorte avversa, che mi ha sempre riservato famiglie a dir poco disastrate. Il trasferimento in macchina verso l’abitazione è sempre indicativo: nel mio caso si passava attraverso i quartieri residenziali, si attraversava la periferia, poi il ghetto, infine si arrivavo a destinazione. Facile spiegarsi il grande successo dei college, dove il pericolo più grave resta una sparatoria improvvisa o il cibo radioattivo, tutte cose dalle quali impari ben presto a difenderti dopo pochi giorni di “host-family”. Ricordo di un tizio, a Cambridge, un energumeno di due metri per oltre cento chili di peso presso cui risiedevo, ultras della squadra di calcio del Liverpool, talmente fissato che aveva la foto del matrimonio appesa tra una sciarpa ed una bandiera, ebbene, si era sposato allo stadio! Senza contare che durante le partite in tivù, in famiglia c’era lo stato d’allerta e, mostratomi interessato, mi voleva al suo fianco finché il Liverpool perse e fui costretto ad abbandonare la casa (mi sembra di parlare del Grande Fratello, solo che invece di Giorni c’era sto bestione che sbraitava). Ma l’aspetto sociale più importante durante una vacanza studio sono i viaggi in pullman verso le mète turistiche, in particolare i gruppetti che si formano e che vi accompagneranno per tutto il tempo. La musica nelle orecchie è da evitare, almeno i primi giorni, perché sarete isolati e nessuno vi cagherà. Da evitare sarebbero anche i discorsi filosofici o saccenti, perché sarete tacciati da “cocco di mamma” o “signor perfettino”. Io non sono mai riuscito ad azzeccare la mossa pullman, sbagliavo i tempi, insomma…prima che me ne rendessi conto le ragazze avevano già un braccio attorno al collo (a volte anche peggio…o meglio, a seconda dei punti di vista) ed io mi ritrovavo al fianco di un conoscitore esperto dell’arte della Cornovaglia ed un altro con gli auricolari che mi stava sbavando sulla camicia.
Se tornando a casa trovare una pantegana nella vasca da bagno o un uccello che vi spiuma sulla testa (…mi è successo anche questo), non disperate, vi potrebbe succedere anche di peggio. C’è infatti un’altra ardua prova che la vacanza studio vi mette innanzi: il noleggio delle biciclette per gli spostamenti cittadini. Alla “modica” cifra da strozzini che i biciclettari vi faranno pagare, potrete noleggiare una pratica bici con la promessa che alla riconsegna vi verrà restituito parte dell’importo. Non se ve la rubano. Credetemi, ho provato in tutti i modi a spiegare che ero in bolletta dopo quattro giorni di villeggiatura, ma non c’è stato verso; legatevi le biciclette alla caviglia se non vorrete correre la maratona ogni mattina e pranzare a pane e acqua, visto che il sacchetto coi viveri che passa la famiglia ospitante sembra la spazzatura quando ti dimentichi di gettarla per due settimane.
Solo i più bravi di voi riusciranno ad evitare di perdersi o l’arresto, che in questo caso vi aiuterà coi souvenir perché tornerete con un bel tatuaggio o, nel peggiore dei casi, con nuove esperienze da raccontare per l’invidia di Platinette.
Nonostante tutto questo c’è ancora qualcuno che durante il rientro in patria versa qualche lacrima. Diffidate da questi personaggi melliflui e soprattutto non cadete nel tranello di rivedere i vostri compagni d’avventura: se la biondina con il viso carino non ve l’ha data a Puttemburgo non penserete davvero che si concederà sotto casa sua, col padre dalla finestra pronto a sparare! Per fortuna che avevo imparato a fuggire nel Bronx, ma non so se tutti sarebbero così fortunati!
Insomma, se proprio volete delle vacanze avventurose, andate nella Savana africana, andate a fare surf cavalcando lo tzunami, passatevi un mesetto a casa della suocera…ma per favore, non fate gli sprovveduti in vacanza studio.


Alessio Lercari

Tre giorni da star…

Finalmente il nostro tanto amato Campus ha vissuto il suo primo momento di gloria: Il Festival Campus.
Tre giorni di musica e divertimento, l’8 il nove e il 10 maggio che ha vantato l ‘ultima giornata un pubblico di circa 200 persone un gran successo per questa prima edizione.
Il festival è stato organizzato interamente dalla Sacs, l’associazione degli studenti del campus, che si sono impegnati sia nell’organizzazione dell’evento, sia nel lavoro manuale più pesante che prevedeva il montaggio e lo smontaggio del palco ogni serata.
L’ultima sera è stata di grande successo ed ha decretato la vittoria degli “In vivo veritas , gruppo cairese dal sapore folk, che con le sue tarantelle ha fatto ballare tutto il campus, praticamente “vecchi e giovani pizzicati dalla dalla tarantolata”, a cui la Sacs darà l’opportunità di incidere una demo a Settembre. La serata inoltre è stata condotta da Alessio Lercari ed Alessandro Ponte, già conduttori della trasmissione radiofonica “ Lerca o raddoppia” in onda il venerdì dalle 20 alle21 su Radio Savona Sound, che con loro simpatia hanno allietato al serata.
I vincitori sono stati decretati grazie alla giuria popolare e ad una giuria più ufficiale, formata dalla Professoressa Augusta Molinari, Renato Procopio, chitarrista e Federica Martina, pianista che giudicavano non solo l’aspetto musicale ma anche quello che riguarda il coinvolgimento del pubblico.
Bravi anche gli altri gruppi quali i “Santos Vega”, “I Pocker d’assi”, e gli “Spirito libero” .
Ovviamente ogni gruppo doveva avere almeno un componente che frequentasse il Campus per far sì che si incontrassero musica e scuola. Ed è stato un esperimento ben riuscito direi: sulle panchine dove tutti i giorni ci sediamo per mangiare,c’erano orde di ragazze sfrenate che ballavano. Davvero una bella immagine.
Ma il vero vincitore morale è stato il mitico Bruno,” a Woodstock 499.000+1”, e quell’uno era proprio lui.
Sulle note di “Mania”, colonna sonora del film “Flash Dance”, ha scatenato la sua chitarra lasciando tutti a bocca aperta e strascichi di grupies in giro per il giardino. Insomma orami un mito che resterà nella leggenda.
E invece sulle note di questo primo Festival Campus speriamo con tutto il cuore che questa manifestazione si ripeta e visto il successo avuto credo proprio di si!
Francesca Zoccali

Inside Cannes


Anche quest’anno, per il 60°anno, si apre a Cannes la rassegna cinematografica più famosa nel mondo che ha portato alla luce da più di mezzo secolo star e starlette del jet-set internazionale.
L ‘atmosfera come ogni anno è carica di euforia ed emozione: inglesi, tedeschi, italiani e milioni ( e sono davvero milioni i cinesi) passeggiano per le vie di Cannes in cerca di qualcosa da fotografare. Non mancano poi le stravaganze da un gruppo di signore over 50 con parruccone bionde a 4 ragazzi vestiti in kilt con maschere ad supereroi, ma tutto è concesso a Cannes! Nei giardini antistanti il palazzo del Festival sono disseminate foto vecchie e nuove delle star che hanno solcato il famoso tappeto rosso di Cannes, presenti anche molti italiani come Marcello Mastroianni, Roberto Benigni, Monica Bellucci. Anche se quest’anno ,ahimè, il cinema italiano a Cannes si è solo intravisto: in concorso il film di Lucchetti “Mio fratello è figlio unico” nella sezione “Un certain reguard ”, applausi dissennati per il film di Olmi invece “ Centochiodi ” scelto per celebrare il 60° del festival, anche se fuori concorso, e per finire un corto di Moretti.
Amarezza anche per il povero Scamarcio che non è stato riconosciuto per le strade della città francese dichiarando “Cannes non mi ha riconosciuto”! Per non parlare poi del regista Roman Polanski scandalizzato dalla banalità delle domande dei giornalisti (scommettiamo che se ci fossero stati “Quelli che il Campus” tutto ciò non sarebbe avvenuto!!) che se n’è letteralmente andato.
Ma Cannes durante il Festival non da’ spazio solo al cinema ma anche ad eventi collaterali da non perdere come il concerto sulla spiaggia di Wax Taylor un vero guru del ‘ hip hop e dal trip hop francese che si riproporrà , per chi se l’è perso, il 17 agosto al Pantièro festival sempre a Cannes.
L’unica pecca forse che potrà leggermente disturbare la vostra “ gitarella ” a Cannes potrebbe essere il costo della vita durante il festival infatti i prezzi vengono incentivati del 30-35 % (un hamburger con patatine sulla Croiesette 12,50e), ma ci sono anche degli ottimi Kebabish e svariati fast food .
Un evento giovane, il Festival di Cannes , che sta prendendo sempre più piede nel mondo, forse ancora un po’ diffidente davanti al cinema italiano. Infatti i risultati parlano da soli : “the winner is ” “4 months , 2 weeks and 3 days ” del regista rumeno Cristian Mungiu , la storia di un’amicizia, di due ragazze nella cornice del regime di Ceacescu.
Anche quest’anno neanche una palma per l’Italia che pero vanta grandi attrici in concorso, come Asia Argento, che si è presentata con ben tre film portando con se’ il suo fascino di fata dark.
Si chiude questa 60° edizione con la speranza di portare in casa, l anno prossimo, qualche palmetta in più!

Francesca Zoccali

8-9-10 Maggio: E' Festival Campus

Se ne parlava da mesi e mesi...e finalmente il Festival del Campus è arrivato. Come previsto a partire da Martedì 8 Maggio, diretto dall'organizzazione dei SACS, il Campus di Savona ha ospitato per la prima volta una rassegna musicale che ha compreso tre giorni di concerti, ottime band, tanto divertimento ed alcune piccole sorprese.
Ad aprire le danze tocca ai Santos Vega, band di Imperia dedita a pezzi inediti di un ibrido chiamato No School Hardcore, di cui io sono il cantante. L'accoglienza è stata calorosa, noi abbiamo fatto del nostro meglio come sempre ed è filato tutto liscio. Rimando eventuali commenti a qualcun altro per ovviare a facili conflitti d'interesse!^_^
A seguire si sono esibiti i Poker D'assi, combo molto bravo a mischiare cover rock (Incubus ed altri) e classici italiani di Vasco rossi, Litfiba ed altri. Sono loro a passare in finale grazie ad un punteggio di 42-20. Il primo giorno finisce, un pò tentennante a causa di un'affluenza di pubblico un pò misera. Chi c'era però si è fatto sentire. Eccome se lo ha fatto.
Dopo corsi, esami, pranzi in mensa e riposini sulle panchine inizia la seconda giornata con le esibizioni di In Vivo Veritas, band totalmente fuori dagli schemi, impegnata in un folk davvero caratteristico e Spirito Libero , altra cover band. Vincono in maniera schiacciante gli In Vivo Veritas che tutti sono contenti di rivedere la terza sera, assieme ai Poker D'Assi. Ed è proprio Giovedì 10, quando il festival sembra ormai essere agli sgoccioli, che inizia il capolavoro. Gli In Vivo Veritas sembrano brillare di luce propria e vincono il festival con un'esibizione che ha
del poetico: un'ora di concerto passa via come un alito di vento e ci si può quasi rendere conto della magia, scoprendo di avere paura che il concerto finisca, chiedendo ancora una canzone. Quando i quattro intonano alcune canzoni di De Andrè tutti sembrano impazzire, si balla, si ride, ci si diverte ed i membri stessi di tutti gli altri gruppi, capiscono che era così che doveva andare.
Gli In Vivo Veritas concludono la performance e dopo l'incoronazione di vincitori del primo Festival campus inizia un frenetico Dj Set, alternato dalle performance chitarristiche del mitico e sempre più sborone (In senso buono ovviamente) Bruno, che scopriamo tutti autentico galvanizzatore delle folle.
Sorpreso dalla festa e dalla gente che balla e ricordandomi che come partyboy sono un'autentica frana, mi rifugio in sala mensa dove scopro che gli In Vivo Veritas stanno tenendo un piccolo concerto per pochi intimi. Me ne sto, è proprio ciò di cui ho bisogno e dagli sguardi affascinati della gente che è lì con me mi rendo conto di non essere l'unico.
Il tempo passa e i quattro ragazzi continuano a suonare come delle macchine. Cambiano le canzoni e cambia la location perchè si ritorna sul palco, che intanto si è liberato, per concludere la serata con un dolce e soffuso showcase acustico, dove tutti si improvvisano coristi e percussionisti, suonando casse-spia, panchine e addirittura le assi dello stesso palco. Ed è qui che la serata tocca il picco, qui, quando i rimasti si affollano intorno agli In vivo Veritas cantando calorosamente, senza rendersi conto che ormai è l'una passata.
Vado a dormire come ipnotizzato, contento di aver vissuto un'altra esperienza di quelle che ti fanno crescere...

Philipe Mazzeo