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Simone Trimarchi

martedì 6 maggio 2008

JOSE LUIS RODRIGUEZ ZAPATERO



JOSE LUIS RODRIGUEZ ZAPATERO

Il 9 Marzo 2008 si sono tenute le elezioni politiche in Spagna, in cui si è rinnovato il parlamento e il mandato presidenziale.
I due candidati principali erano il premier uscente Jose Luis Zapatero (Partito Socialista) e Mariano Rajoy (Partito Popolare).
La campagna elettorale è stata segnata da due cose: l’ingerenza dei vescovi spagnoli, che hanno invitato a non votare Zapatero e, infine, la morte di Isaias Carrasco, (membro del Partito Socialista), ucciso dall’Eta, un’organizzazione terroristica che vuole l’indipendenza della comunità basca.
Alla fine, ad ottenere la maggioranza dei voti è stato il primo ministro uscente Zapatero, con una buona percentuale di voti (il 43,7%).
In questi quattro anni le leggi varate dal governo spagnolo hanno suscitato diverse polemiche, soprattutto quella sui matrimoni gay, che ha diviso la Spagna e, in parte, anche l’Europa tra laici (parzialmente favorevoli al provvedimento) e cattolici (del tutto contrari e quasi scandalizzati).
Zapatero ha indubbiamente rappresentato un modello per il centrosinistra italiano, che è rimasto da subito affascinato dal “coraggio” di questo politico.
In italia, non solo la classe dirigente è rimasta “abbagliata” dal premier spagnolo, ma anche alcuni attori e comici, che l’hanno subito eletto come loro idolo, basti pensare a Sabina Guzzanti, che ha intitolato un suo documentario “Viva Zapatero!” (anche se il leader socialista c’entra solo in parte con questo film) e a Crozza, che, durante una puntata di “Rockpolitik”, ha intitolato una sua canzone “Zapatero, Zapatera”, in cui, oltre a prender per i fondelli i maggiori esponenti della ormai ex “Unione”, elogiava Zapatero per il suo carisma e sperava di trovare anche in Italia un leader come lui.
Questi elogi sono da un lato comprensibili, se si pensa, ad esempio, che nel secondo paese più cattolico d’Europa, il premier socialista è riuscito a non esser “schiavo” di una Chiesa sempre più invadente e bigotta, riuscendo a varare alcune norme sui diritti civili, infischiandosene di quello che diceva il Vescovo di turno, cosa che in Italia non è finora accaduta.
Altre sono le cose buone fatte dal governo spagnolo, tra cui il ritiro immediato delle truppe dall’Iraq e la riforma sul sistema televisivo, che secondo molti esperti è davvero ottima.
Pur riconoscendo tutto ciò, non si può certamente fare di Zapatero un mito o un modello intoccabile, in quanto ha varato alcune leggi francamente inaccettabili, basti pensare alle politiche repressive che ha attuato nei confronti dell’emigrazione, sparando alle frontiere sugli extracomunitari, oppure, ad una politica estera molto dubbia, in cui da un lato ritira l’esercito dall’Iraq, e dell’altro l’aumenta in Afghanistan, o, ancora, al provvedimento un po’ buffo e forse inutile sulla tutela dei diritti civili delle scimmie (se Zapatero è davvero così sensibile ai maltrattamenti sugli animali, allora perché non abolisce, o, almeno, prende qualche serio provvedimento su uno “sport” crudele e sadico come la Corrida? Qualche interesse economico forse?).
L’altra domanda che sorge spontanea è se in Italia esiste o no un personaggio politico equivalente a Zapatero. La mia personale risposta è indubbiamente negativa, almeno tra i leader delle due maggiori forze “progressiste”. Infatti, non si può certamente considerare Veltroni come il premier spagnolo, in quanto l’ex sindaco di Roma è troppo legato all’ex democrazia cristiana che è parte fondante del Partito Democratico, di cui è il segretario. Nemmeno Bertinotti può essere paragonato a Zapatero, in quanto le opinioni dei due leader sulla politica economica ed estera risultano abbastanza distanti.
La domanda che però è meglio porsi è la seguente: è un bene che in Italia ci sia uno Zapatero? Tutto sommato sì, ma non tanto per le grandi cose che ha fatto (come ho scritto prima, alcune risultano positive, ma altre invece lasciano alquanto perplessi e contrariati), ma piuttosto perché rappresenta uno dei pochi politici che mantengono le loro promesse, fregandosene dei veti di istituzioni che non centrano nulla con lo Stato, come ad esempio la Chiesa. Certo, a fianco del centrosinistra di Zapatero, deve essere rappresentata una sinistra più “radicale”, che oltre a sostenere riforme sui temi etici, proponga delle leggi sociali e d’aiuto ai ceti più deboli, che purtroppo vengono sempre dimenticati da qualsiasi governo, progressista o conservatore che sia.

Yuri Saitta

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