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La versione online del giornale del Campus Universitario di Savona



A volte ritornano...

Dopo alcuni mesi di inattività dovuta a qualche problema tecnico e qualcun'altro più spinoso di genere burocratico, eccoci tornati ad animare la vita al Campus con i nostri frizzanti articoli!

Attualità, eventi, cronaca, politica e poesia torneranno sotto ai vostri banchi per aiutarvi a passare indenni interminabili ore noiosissime di lezione!

VVR è il giornale di chi, come voi, vive con passione l'esperienza universitaria al Campus.

Seguiteci... Non ne rimarrete delusi!

Simone Trimarchi

venerdì 23 maggio 2008

Senza Wireless: università del terzo mondo?



- Ciao Francesco! Come stai? Come procede l'Erasmus laggiù in Lituania?

- Bene grazie! Questo campus è modernissimo! Possiede ogni sorta di comfort per noi studenti... e pensa, abbiamo persino la rete wireless!

- Ah davvero!? Cavolo servirebbe anche a noi qua a Savona! Sai che comodità? Pensa che volevo addirittura scrivere un pezzo sul giornalino a riguardo.

- Allora buona fortuna! Quando ci ho provato io a fare qualcosa di simile me l'hanno impedito con tutte le forze... la censura purtroppo è stata troppo forte!

Ebbene si, cari studenti, sentitevi pure liberi di indignarvi, di protestare, di organizzare rivolte armate o di far sentire il vostro dissenso di fronte a questo fatto sconcertante : in Lituania, e ripeto, LITUANIA, paese di certo non famoso nel mondo per la sua ricchezza o per la sua modernità, è presente una rete wireless all'Univrsità completamente accessibile agli studenti. Ovviamente il nostro Campus modernissimo, aggiornato, tecnologico e attrezzato con ogni strumento possibile per garantirci i servizi base utili al nostro apprendimento, non possiede una simil rete, impedendoci di fatto il pieno utilizzo dei nostri computer portatili all'interno delle mura universitarie. E perché da noi succede questo? Forse perché la nostra amata regione, incastonata tra mare e monti, con i suoi stupendi paesaggi e le spiagge meta di turisti da ogni parte d'Italia e non solo, è rimasta indietro tecnologicamente rispetto ad altre zone della penisola? Certamente no, dato che a Genova molte facoltà dispongono di questo servizio, e basta posizionarsi nei pressi delle loro strutture per poter accedere liberamente a internet tramite il solo utilizzo del numero di matricola. Tutto ciò è scandaloso, soprattutto se si parla di una struttura savonese riedificata su antiche macerie da pochi anni : ciò farebbe pensare ai più di studiare in una struttura all'avanguardia, ma le aspettative vengono immediatamente frustrate dopo pochi mesi di frequentazione. Economicamente problemi non se ne dovrebbero porre : il progetto di un laboratorio audio-visivo è stato avviato con successo di recente e ciò sta ad identificare o un relativo benessere finanziario o un'errata gestione delle finanze a disposizione; che senso ha mettere a disposizione degli studenti tali attrezzature quando non si dispone di una connessione ad internet pubblica? Certo in aula informatica sono disponibili un gran numero di pc, ma la maggior parte venivano usati dall'intelligence alleata durante lo sbarco in Normandia! Anche in biblioteca vi sono delle macchine decisamente più moderne, ma il loro numero è decisamente troppo esiguo per soddisfare e smaltire la gran affluenza di visitatori quotidiana. E poi, senza prese in giro, è chiaro che usare il proprio portatile per lavorare su progetti o simili, magari nelle ore di pausa tra le varie lezioni, è molto più pratico e comodo che usare computer comuni, in cui vengono accumulati progressivamente tutti i lavori dei vari utenti.

Per non parlare poi dei bistrattati residenti degli alloggi del Campus che, oltre a trovarsi spesso senza riscaldamento o in condizioni sgradevoli simili, devono approfittare degli orari di apertura di biblioteca o aula informatica per poter usare internet, orari che spesso coincidono con delle lezioni e che quindi comportano una scelta fondamentale : continuare a far parte di questa società usando il web come mezzo di comunicazione, o seguire le lezioni per cui si pagano fior fior di quattrini ogni anno. Gran bel dilemma! Contando il fatto che per questi sfortunati ragazzi l'accesso ad internet è impossibile in orari serali o nei week end, potete capire come diventa difficile per loro riuscire a sfruttare questo mezzo di comunicazione diffusissimo e facilmente reperibile ovunque. ( Tranne che al Campus, ovviamente!)

I motivi di questa clamorosa mancanza da parte delle sfere alte dell'Università sono ovviamente inarrivabili e probabilmente non si sapranno mai, ma tutto ciò dimostra un'insensibilità crescente da parte di chi comanda nei confronti di chi tutti i giorni vive all'interno delle quattro mura dell'edificio savonese : se non si interessano alle nostre idee, ai problemi e alle difficoltà, non so sinceramente quanta strada potrà fare questa nuova struttura didattica.


Scontri a Savona: Quale è il limite per essere nel giusto?

L’8 Aprile del 2008, Berlusconi è venuto a Savona per fare un comizio per la campagna elettorale del PDL. Alcuni ragazzi sono andati alla manifestazione a contestare il candidato, mettendosi dei nasi di Pinocchio per accusarlo di dire soltanto bugie. Durante la giornata si è verificato uno scontro, tra questi manifestanti e la polizia: alcuni di loro e un paio di poliziotti sono ricorsi al pronto soccorso per i danni subiti e tutti i giovani, successivamente, hanno appreso sui giornali di essere stati denunciati, senza sapere di cosa sono stati accusati. Alcuni esponenti locali e nazionali della Sinistra L’Arcobaleno hanno paragonato questa faccenda al G8 di Genova, dicendo che il comportamento delle forze dell’ordine risulta inaccettabile. Tuttavia, i mass media non se ne sono occupati molto, tant’è che le poche cose che sappiamo su questi fatti le abbiamo apprese leggendo un articolo de “Il secolo XIX”. Questo episodio ci ha portati a fare una riflessione generale sul comportamento della polizia e sul rapporto che c’è tra l’arma e i media. Dal momento che noi due abbiamo idee opposte sulla questione, abbiamo deciso di fare un piccolo dibattito sulla questione, rivolgendoci due domande a testa.

Intervista di Yuri Saitta a Sonia Bosio

Secondo te ci sono delle analogie fra ciò che è accaduto a Savona e ciò che è successo al G8 di Genova? Cosa ne pensi del comportamento della polizia in questi due episodi e, in generale, alle manifestazioni?

No, secondo me non vi è nessuna analogia: nel caso di Genova ritengo che abbiano sbagliato i poliziotti, sia nell'organizzazione della sicurezza, sia nel modo con cui sono intervenuti senza lasciare via libere per quei manifestanti che si sono trovati in mezzo alla rissa senza accorgersene. A Savona invece è stato solo un intervento per riportare l'ordine: non penso che siano intervenuti solo perchè dei ragazzi avevano i nasi da pinocchio per sbeffeggiare Berlusconi, ma perchè avevano un buon motivo... e questa opinione può essere supportata dalla denuncia fatta dalla polizia ai danni dei protestanti (che non sanno neanche perchè sono stati denunciati...). In generale penso che il lavoro che fa la polizia è giusto, ma come sempre, ci possono essere delle eccezioni

I mass media, a parte “Il secolo XIX”, non hanno parlato molto dei fatti di Savona. Secondo te i giornali e le televisioni hanno voluto nascondere i fatti?

I fatti non sono stati strumentalizzati nè nascosti, non ci possiamo stupire se il comportamento dei media non è stato così puntuale... Tanti casi non vengono riportati da fonti diffuse, come il telegiornale, e rimangono notizie solo a livello locale. L'episodio di Savona è uno di questi casi: non è stato fatto, a mio parere, per nascondere quello che i poliziotti hanno fatto, anche perchè hanno fatto solo il loro lavoro. Forse un gruppo di ragazzi che sono stati arrestati per un valido motivo non fa più notizia...

Intervista di Sonia Bosio a Yuri Saitta

Perchè ogni volta che succede qualche episodio simile, non si parla mai, o per lo meno come si dovrebbe, del comportamento dei manifestanti? Perchè in caso di qualche scontro tra manifestanti e poliziotti, l'attenzione cade sempre sul comportamento di quest'ultimi?

Secondo me tutto ciò non è vero. Penso, invece, che appena c’è qualche errore o esagerazione da parte dei manifestanti si tende ad esaltarla, magari con l’intento di giustificare almeno in parte il comportamento delle forze dell’ordine. Inoltre, a parità di comportamento, i giudici condannano sempre i dimostranti, mentre i poliziotti spesso ricevono delle promozioni. Anche se il tuo ragionamento fosse vero, la cosa non sarebbe sbagliata, in quanto l’arma ha una maggiore responsabilità rispetto ai dimostranti. Infatti, mentre tra di loro ci può essere lo stupido che cerca lo scontro, tra la polizia questi personaggi non ci devono assolutamente essere, perché l’addestramento per i poliziotti dovrebbe mirare a fargli mantenere la calma e la massima razionalità, soprattutto nelle situazioni più difficili. Visti i risultati le cose non stanno così, quindi è giusto che l’attenzione si concentri maggiormente sulla polizia. Questo, purtroppo, non avviene quasi mai.

Riguardo al comportamento dei media intorno a questa faccenda, pensi che sia stato fatto di proposito, proprio per mettere a tacere tutto? Ritieni che in un certo senso i media cerchino di nascondere le reazioni negative della polizia?

Questo mi pare evidente, e non mi riferisco soltanto al caso di Savona, ma anche ad altri casi. I mass media, soprattutto le televisioni, non solo cercano di nascondere le reazioni negative della polizia, ma esaltano la figura del poliziotto. Questo non accade soltanto nei telegiornali o nei servizi d’approfondimento, ma anche nei programmi d’intrattenimento, basti pensare alle fiction televisive, che hanno come protagonisti quasi sempre santi, preti e poliziotti. Credo, invece, che sarebbe molto meglio che i media facciano una riflessione sul comportamento dell’arma, ma so che, purtroppo, non avverrà mai.

Censura: un gesto per dire no!

Lo scorso 25 aprile si è tenuto il secondo V-Day, per un’informazione più libera, o come è stata definita dal tg5:
“La giornata dei seguaci di Beppe Grillo” . E’ stata l’occasione per manifestare contro i condannati (e quindi criminali) in parlamento, il conflitto di interessi, la finta informazione. Durante la giornata sono stati allestiti banchetti per la raccolta di firme a favore dell’abolizione dell’ordine dei giornalisti, dei fondi statali all’editoria e della legge Gasparri. Naturalmente i telegiornali hanno trasmesso pochissimi secondi di questo evento, dando invece molto spazio ad altre notizie. E’ stata incredibile la durata dei servizi che si sono occupati del turismo verso l’Acquario di Genova e delle code in autostrada, temi che sicuramente hanno un altissimo interesse a livello nazionale e, senza i quali, tormentosi dubbi avrebbero perseguitato noi poveri spettatori. Adesso siamo più tranquilli: davanti all’Acquario c’erano code per le biglietterie. Fortunatamente ci sono state iniziative che,pur non pubblicizzate, hanno permesso di seguire la giornata. Una di queste è stata la grandissima iniziativa da parte della redazione di “c6tv” che grazie a Internet e Skype ha trasmesso la diretta del V2-Day con interventi video da tutta Italia e da tutto il mondo, direttamente dai punti di raccolta firme e dalle case delle persone che avevano qualcosa da dire. Solo 5 persone hanno collegato l’Italia con quei mezzi che vengono spesso sottovalutati e che,forse per questo, sono ancora liberi. Il Presidente Napolitano ha dichiarato che la stampa deve difendersi dalla Rete, ma, ad oggi, la rete è l’unica ad essere libera. Almeno finché non arriveremo ai livelli dei cinesi che hanno cancellato da televisione e internet ogni notizia o slogan che parlasse di un “Tibet libero”. In questo senso siamo fortunati,anche se i telegiornali non parlano di coloro che vorrebbero una libera informazione, almeno abbiamo ancora una rete libera. Alla redazione di “c6tv” sono arrivate anche chiamate da Tokio,Barcellona,Liverpool, Madrid,etc.; chiamate di ragazzi italiani che volevano far sapere quanto è diversa la situazione negli altri paesi. Sono stati interventi di gente qualunque che è stata contenta,una volta tanto, di poter dire ciò che aveva da dire. Un certo Gianluca ha chiamato da Barcellona e ha fatto notare come lì fossero già stati pubblicati vari articoli sul V-Day,mentre in Italia ancora non ne erano usciti. Il loro corrispondente estero ha parlato della libertà italiana come di una libertà finta in una democrazia finta e di un paese dove la libertà di stampa è controllata dal presidente del consiglio. Ragazzi da tutto il mondo hanno seguito anche l’intervento di Grillo. “Grazie ai partigiani di 63 anni fa, oggi siamo noi i nuovi partigiani della libera informazione. Siamo la continuazione dei nostri nonni”. Ha così sottolineato un collegamento con chi stava nelle altre piazze anche se qualcuno (La Stampa) ne ha fatto una separazione intitolando una discussione: “I due 25 Aprile” e ha parlato di una “Torino spaccata in due: partigiani e festa tradizionale da una parte e il comico Grillo e i suoi grillini dall’altra per il Vaffa-day 2”. Grillo dal palco ha attaccato tutti: centro,destra e sinistra,senza distinzione di partiti o posizioni e, riferendosi al nuovo presidente del consiglio, ha urlato: “Pensate se Obama da presidente fosse anche il proprietario della Fox, della Abc e di altre televisioni”. Poi ribadisce:“Questa non è una manifestazione contro i giornalisti, è contro gli editori,contro un certo tipo di stampa. Abbiamo ancora un certo tipo di giornalisti, sono quelli che vivono sotto scorta!”. Il V2-Day si è concluso con i 26 minuti di Travaglio. Ha parlato di un sistema di informazione che è in mano alla politica e dei fondi statali all’editoria: “Nei paesi più evoluti, c’è un tetto di pubblicità invalicabile in televisione. Non si può trasmettere spot intervallati ogni tanto da un telegiornale che, fra l’altro, è falso. Nessuno ha il coraggio di fare una legge per avere dei limiti alla pubblicità perché sappiamo bene di chi è la tv e quel signore non ha intenzione di rinunciare nemmeno ad un euro.” Travaglio prosegue spiegando di essere d’accordo con l’abolizione dell’ordine dei giornalisti,pur credendo alla necessità di un ordine serio che controlli determinati requisiti senza che vi convivano giornalisti che danno notizie e giornalisti che non ne danno. “Noi avevamo addirittura un giornalista che faceva la spia per il S.I.S.M.I. Adesso è in parlamento anche lui, naturalmente.” Parlando del referendum, quello sull’ abolizione della legge Gasparri, Travaglio afferma: “E’ fondamentale perché il problema della tv non è che è piena di servi,ma che il sistema crea i servi e li manda avanti penalizzando quelli bravi. Pensate se la Rai non fosse più occupata dai partiti,pensate se al posto dei politici che stanno al consiglio di amministrazione mettessero delle persone che ne capiscono di cultura, cioè quelli che dovrebbero gestire un’azienda culturale e televisiva”. Parla di una dequalificazione professionale, del fatto che i partiti non si servono della Rai solo in campagna elettorale,ma ogni giorno ad ogni ora; parla di quei pochi giornalisti che danno le vere notizie e di quelli che scelgono temi per favorire un candidato elettorale. Conclude il suo discorso dicendo: “Continuare a voler bene all’informazione, sentitela vostra.”

Per chi volesse vedere l’intero intervento di Marco Travaglio il sito è: http://video.google.it/videoplay?docid=4474752540235522278

Il "miracolo" italiano




Il 13 e il 14 Aprile 2008 si sono tenute le elezioni politiche, dopo solo due anni di governo Prodi. La situazione, rispetto a quella del 2006, è molto cambiata, in Il “miracolo” Italiano quanto i candidati premier sono stati 14, di cui solo quattro potevano avere una buona rilevanza elettorale, ovvero Silvio Berlusconi (PDL, Lega Nord, MPA), Walter Veltroni (PD, Italia dei Valori), Fausto Bertinotti (La sinistra l’arcobaleno), Pier Ferdinando Casini (Unione di Centro). I primi due leader avevano grandi possibilità di salire a Palazzo Chigi, mentre gli altri due potevano più che altro rappresentare una buona opposizione parlamentare.Come i sondaggi prevedevano, la coalizione guidata da Berlusconi ha vinto le elezioni e, un po’ a sorpresa, con una fortissima distanza sia alla Camera che al Senato dal suo principale contendente. Il candidato premier del PDL negli ultimi giorni di campagna elettorale ha delirato completamente, facendo dichiarazioni oggettivamente idiote e offensive sui precari (dicendo ad una ragazza di sposarsi un milionario), sul Presidente della Repubblica (valutando la possibilità di sue dimissioni dopo le elezioni) e sui magistrati (proponendo di fargli dei test per verificare la loro salute mentale), quasi tutte smentite il giorno dopo. E’ altamente probabile che data la veneranda età, Berlusconi abbia avuto un attacco di Alzhaimer al giorno, peccato solo che non abbia mai dimenticato di essere lui il candidato presidente, sarebbe stato bello il contrario. Anche il Ku Klux Klan del nord d’Italia (la Lega) ha regalato agli italiani delle performance a dir poco tragicomiche, tra cui il manifesto dell’Indiano e le varie affermazioni di Bossi, che minacciava continuamente di imbracciare i fucili nel caso di sconfitta. Le liste del Popolo della Libertà avevano al loro interno, oltre ai soliti personaggi, delle persone dichiaratamente nostalgiche del fascismo come la Mussolini e Ciarrapico, facendo diventare il PDL non un partito conservatore di stampo europeo, ma piuttosto una lista di destra quasi estrema, alleata, tra l’altro, con degli xenofobi che rappresentano la più grande vergogna per questo Paese. Uscita sconfitta, ma solida, è stata la coalizione di centro-sinistra, formata dal Partito Democratico e dall’Italia dei Valori. Mentre quest’ultimo partito è rimasto più o meno fedele ai suoi ideali, il PD è diventato sempre più moderato, facendo scomparire quasi del tutto dichiarazioni di sinistra. Purtroppo questo confluire al centro non si è attuato soltanto nelle affermazioni, ma anche e soprattutto negli atti politici, primi fra tutti la rottura con la Sinistra L’Arcobaleno e la composizione delle liste. Quest’ultima è stata la parte più bassa di tutta la campagna elettorale veltroniana, in quanto l’ex sindaco di Roma ha preparato un minestrone a dir poco indigesto, mettendo insieme l’operaio della Thyssen con l’imprenditore di destra Calearo, la radicale e anticlericale Bonino con la teodem Binetti, l’ex presidente dei giovani di confindustria Matteo Colannino con la precaria. Il vicesegretario del partito Franceschini, per giustificare queste liste, ha spiegato che un grande partito deve rispecchiare il paese. Forse il vice di Veltroni non sa che un partito è per sua stessa definizione di parte e, che, di conseguenza, non gli spetta il compito di rappresentare tutto e tutti, ma piuttosto una sola fetta del paese. Chi ha invece questa “missione” è il Parlamento, che attraverso i vari partiti che lo compongono, può contenere tutte le anime e le opinioni del paese. La realtà è che Veltroni ha voluto rompere con la sinistra, per attuare una politica di centro, che accontenti soprattutto i poteri forti, italiani ed esteri. Lo si vede d’altronde nel suo programma di governo, che in molti aspetti è simile, se non identico, a quello del PDL. Infatti, sia l’uno che l’altro vogliono fare la Tav, entrambi hanno intenzione di continuare a finanziare e, probabilmente, di aumentare le spese per le missioni di “pace” con carri armati e fucili in Afghanistan, tutti e due manterranno la legge Biagi sulla precarietà, entrambi reallizeranno l’ampiamento della base Usa a Vicenza, ecc,ecc. D’altra parte entrambi hanno l’opinione che la politica non si deve basare su delle idee di fondo sulla società, ma piuttosto sulla soluzione pragmatica di un programma governativo sempre e comunque di mediazione tra le parti, privilegiando però i poteri forti tra cui confindustria, Chiesa e USA. Personalmente non condivido questa idea, in quanto penso che la politica non sia solo soluzione dei problemi, ma che sia anche passione, sogno, analisi della società e contatto con la popolazione. Quello che tra i due partiti è decisamente diverso è l’atteggiamento: mentre Berlusconi dimostra di aver scarso senso dello Stato, lanciandosi in dichiarazioni un po’ arroganti e compiendo gesti non del tutto civili (ad esempio l’aver stracciato il programma dell’opposto schieramento e le varie brutte figure che ci ha fatto fare in Europa quando era al governo), Veltroni risulta invece persona più mite e pacata, molte volte buonista e banale, sia nei gesti che nelle dichiarazioni, rispettando sempre però le alte cariche dello Stato e le istituzioni in generale, al contrario di come fa il suo principale avversario. L’altro partito ha avuto un risultato elettorale non del tutto negativo è stato l’UDC di Casini, che almeno è riuscito ad entrare in Parlamento, sia alla Camera che al Senato. Dal punto di vista comunicativo a Casini non può essere rimproverato nulla di particolare,ma ciò che risulta francamente inaccettabile è la presenza nelle sue liste di molti condannati in via definitiva per reati gravi, tra cui spicca l’orrenda figura di Totò Cuffaro (quello dei cannoli, per intenderci), che appena due mesi fa era stato condannato per collaborazione con la mafia. La più grande tragedia di queste elezioni,insieme all’ascesa del Ku Klux Klan padano, è la disfatta e la scomparsa parlamentare de “La sinistra - l’arcobaleno”, che un po’ a sorpresa ha ottenuto solo il 3% dei voti. Indubbiamente
i dirigenti di questa lista elettorale hanno fatto un errore dopo l’altro, a partire dalla scelta di Bertinotti di andare a fare il presidente della Camera invece del ministro del lavoro, una decisione che ha avuto delle conseguenze davvero pessime, basti pensare che la sinistra non ha ottenuto nulla da questo esecutivo e che ha dovuto sempre votare cose su cui era completamente contraria (missioni militari, ad esempio), e, allo stesso tempo, era vista dai media come la forza che più ostacolava il governo, quando in realtà erano le forze centriste a farlo in maniera più pregnante. Insomma, un gran pasticcio da cui era molto difficile uscirne, in quanto se non otteneva quello che voleva, come è sempre successo, perdeva credibilità di fronte ai suoi elettori e se, invece, spingeva il governo ad attuare misure più “radicali” era vista dalla maggior parte di cittadini di centro-sinistra come la spina al fianco di Prodi. La sinistra – l’arcobaleno è stata divorata prima di tutto dall’astensione, e poi dal Partito Democratico, che è riuscito a prendere i voti radicali grazie alla strategia del famigerato voto utile (che si è rivelato semplicemente dannoso, in quanto non è servito a battere Berlusconi e, allo stesso tempo, ha contribuito alla scomparsa della sinistra); dall’Italia dei Valori, che ha cavalcato in modo furbesco la cosiddetta antipolitica di Grillo; dalla Lega Nord, che a sorpresa è riuscita a prendere voti operai; infine, dal Partito comunista dei lavoratori e da Sinistra Critica, i due fuoriusciti da Rifondazione Comunista, che da soli non hanno raggiunto l’1% dei voti, ma sommati insieme sì. Il nuovo Parlamento avrà soltanto sei partiti (PDL, PD, Lega Nord, Unione di Centro, Italia dei valori, Movimento per le autonomie), attuando la tanto osannata semplificazione, che secondo molti giornalisti e politologi è il miglior risultato di queste elezioni. Indubbiamente sei gruppi parlamentari sono meglio di trentaquattro, com’erano fino a pochi mesi fa, ma il problema è che in questo caso la semplificazione non è del tutto rappresentativa, in quanto un’importante fetta del paese rimarrà senza deputati e senatori, ovvero la sinistra. La semplificazione va bene solo se riesce a rappresentare più o meno tutto il paese, non se ne esclude una parte importante. Senza la sinistra in parlamento ci avviamo verso una legislatura poco rappresentativa, oltre che la più conservatrice e reazionaria di tutta la storia della Repubblica Italiana.

Juno: Spiegazioni per Ferrara

Vincitore della seconda Festa di Roma e dell’Oscar per la sceneggiatura, “Juno” ha avuto un’ottima accoglienza sia di pubblico, che di critica. Si vede che la storia di questa sedicenne che rimane incinta e che decide di portare avanti la gravidanza, per poi affidare il nascituro alla coppia che ritiene più affidabile, ha colpito gli spettatori di tutto il mondo. Quando l’opera in questione è uscita in Italia, molti critici l’hanno definita un capolavoro. Pur riconoscendo la buona qualità della pellicola, tutte quelle recensioni positive ed esaltanti sono esagerate, in quanto questa commedia risulta sì ben girata, ben sceneggiata e ben interpretata, ma non da far gridare al capolavoro. “Juno” è piuttosto un film molto buono e risulta la miglior commedia di questa stagione, perché riesce ad affrontare temi come l’adolescenza e la borghesia americana in modo ironico e leggero, ma non superficiale o zuccheroso, come effettivamente rischiava di fare, viste le demenziali commedie e i melensi drammoni prodotti in questi anni negli USA. La sceneggiatura è buona, grazie anche a dei dialoghi ben scritti, ma il vero punto di forza del film risulta la bravissima e giovanissima protagonista Ellen Page. Quest’interprete riesce a personificare e a “disegnare” il suo personaggio con grande originalità ed ironia, ma anche con profondità e tenerezza. Questa commedia in Italia è diventata celebre anche per le affermazioni idiote di Giuliano Ferrara, che in tutte le sue interviste diceva che “Juno” è un film contro l’aborto e quindi utile per la campagna elettorale della lista “Aborto? No, grazie”. Chiunque abbia visto quest’opera senza essere sotto effetto di stupefacenti si renderà conto che a Reitman, il regista del film, l’argomento dell’aborto non interessa affatto e lo utilizza soltanto come passaggio essenziale per mandare avanti il resto della trama. Inoltre, più volte la protagonista si lamenta della pesantezza della sua gravidanza e difatti dichiara da subito che dopo il parto non vuole sapere più nulla di lui, le basta solamente essere sicura che sia affidato a delle brave persone. Più che contro l’aborto, questa commedia è un elogio all’anticonformismo, tant’è che tutto in questo film è anticonvenzionale: la protagonista, che è molto diversa da molte sue coetanee perfettine, anticonformista è anche la sua scelta e il suo modo di affrontare una situazione difficile come la gravidanza. In conclusione, “Juno” è un film che consiglio a tutti, in quanto risulta una commedia piacevole, ironica e profonda, cosa che risulta rara nell’attuale panorama cinematografico.

Fratello Mare: mai smettere di sognare

Cosa ci succede quando il mondo attorno a noi ci indica una via, ma noi non siamo convinti che sia quella giusta da percorrere, perché dentro di noi pulsa qualcosa di più grande e di più forte?…. I nostri sogni… che spesso sono così grandi e forti da avere quasi paura a seguirli e allora ci si chiede cosa fare. L’autore sente in modo particolare questa sensazione e ci aiuta a fare queste scelte importanti attraverso la sua esperienza e lui stesso,grazie al suo coraggio e alla sua forza d’animo, seguirà i suoi sogni senza paura, aiutato dal suo grande maestro di vita: il mare…

Se volete immergervi in racconti speciali che fanno vivere il cuore, vi consiglio caldamente questo romanzo, in quanto l'autore racconta alcune delle sue avventure e delle sue emozioni con semplicità, ma allo stesso tempo con estrema attenzione, restituendo a chi legge le stesse emozioni. Chi si è dimenticato di sognare, di credere nella speranza e nella vita,di quanto sia breve ed importante, si può ricredere, e chi, come me, crede nella bellezza della vita e nelle inaspettate emozioni che ogni giorno ci possono sorprendere,non resterà deluso. Chi crede nel futuro e nella serenità non deve arrendersi, ma andare avanti e credere. E’ questo che Bambarén vuole far capire ai suoi lettori e lo fa raccontando le storie delle persone preziose che incontra nel suo cammino, che lasciano un segno nel suo cuore e che lo aiutano a credere che non è l’unico ad essere fiducioso nel sperare in un mondo sincero. Nel corso della vita ognuno di noi trova nel suo cammino persone che lasciano una traccia importante nel nostro cuore e di cui noi non ci dimenticheremo mai. Ogni piccolo pensiero viene descritto dall'autore con estrema semplicità, incantando il lettore come avvolto in un incantesimo magico.

“La vita non è una lunga gara sfrenata.

Prendila con più calma. Ascolta la musica, prima che la canzone finisca.”

“L’aspetto che amo di più nell’oceano e con cui mi sento più in sintonia è il suo spirito libero.”

“Quando la tua esistenza è tutto un correre e un preoccuparsi, è un pò come un regalo non aperto, gettato in un angolo.”

Sergio Bambaén

Tempesta

Il tumulto del cuore
Ci sono istanti di vita in cui percepisci talmente tanto dentro di te che non puoi
esserne padrone. Il conflitto interiore si agita come l’uragano che nel baricentro della tempesta scombina ogni certezza. Un numero esagerato d’anime, tutte parte di te, ti gridano, ti consigliano; l’unico guaio è che ognuna di esse esprime il suo disaccordo con le altre soluzioni. Il caos si propaga attraverso le tue vene, infuria, sembra voler implodere. Non vuoi, non puoi permetterglielo. Ti sentiresti perso se t’abbandonassi al delirio incontrollato di quelle onde. Scoppia al tuo interno ogni delirio possibile con una forza, forse, solo pari al Big-bang...un esplosione che o crea tutto o stermina tutto. Al di fuori di te una calma glaciale, l’emozione è oppressa, rinchiusa...ogni grido soffocato. Hai paura, ma nello stesso istante sai che la tempesta è il passaggio obbligato per raggiungere la bellezza totale dell’arcobaeno. Metafore, metafore e ancora metafore... ma tu sai cosa dico...tu sai cosa racconto. Tu conosci i momenti di sofferenza incui il nostro piccolo cuore corre all’impazzata alla ricerca di una soluzione. Quei momenti in cui chiedi, ambisci il lieto fine, anche solo per qualche secondo. Raccontami anche tu la solitudine del cuore quando le tue lacrime sole, senza nessuno che può capire davvero, piangono in cerca dell’arcobaleno. Ognuno di noi, sono certa, ha provato almeno una volta la sensazione di sentirsi crollare la terra sotto i piedi. Tutti noi abbiamo lottato per fare in modo che, almeno una volta, si potesse stringere tra le mani quel lieto fine. Se è vero vi chiedo, in nome di ciò che conoscete, guardatevi intorno: forse proprio in questo istante la tempesta sta divorando qualcuno che amate e forse il vostro sorriso amico potrebbe portare un pò di luce nell’oblio.

Rialzarsi

Lancinante è il dolore della sconfitta
quando è il tuo stesso cuore, svuotato,
il premio della vincita, ormai partita.

Il colosso dei cieli si apre straboccante
pronto a inghiottire con avidità il tutto,
quel tutto che avevi costruito, che eri tu.

Ma il dolore non deve uccidere la volontà.

Ancora fiera, devi ammettere la perdita.
Ancora viva, devi ricostruire il tuo tutto.
Ancora tu, devi svegliarti all’orizzonte.

Evasione

Richiamo al cuore una goccia d’azzurro,
ridipingo l’immensità del mare sul mio corpo.

Sento il fruscio del fiume scorrere su me:
lava ogni molecola del piccolo corpo
lasciando evaporare lontano le angoscie.


Calma, quieta, sull’isola disegnata a sogno,
evasa dall’umano corpo, sono spirito
nell’anima dell’assoluto la pace sono io!


Il vento suona violini verdi,
messaggeri di silenziosità,
il tutto caotico diviene
immagine immobile: stasi.

sabato 10 maggio 2008

Speranza

L’anima ha bisogno giorno dopo giorno di nutrirsi di speranza; tutti dobbiamo sperare e sognare anche nelle piccole cose, se no che vita sarebbe, anzi... non sarebbe neanche vita.La speranza ti fa andare avanti, ti fa lottare contro le ingiustizie, ti fa credere nei cambiamenti, ti fa credere in un mondo migliore. Sperare di non vedere più persone soffrire, di non vedere più uomini ammazzarsi a vicenda, di non vedere più bimbi morire di fame o estenuati dal lavoro,percossi, violentati, picchiati. Io spero in tutto questo: riceverò delle delusioni certo, ma smettere di sperare e di combattere significa togliere ogni opportunità alle persone più bisognose,considerarle troppo misere per essere uomini, lasciarle morire nella solitudine. Voi avete due possibilità: continuare a vivere nella monotonia della vita quotidiana, indifferenti a tutto ciò che accade, o sperare in un futuro migliore. Beh io ho scelto di continuare a sperare, non mi costa nulla no?

Sonia Bosio