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Simone Trimarchi

venerdì 23 maggio 2008

Censura: un gesto per dire no!

Lo scorso 25 aprile si è tenuto il secondo V-Day, per un’informazione più libera, o come è stata definita dal tg5:
“La giornata dei seguaci di Beppe Grillo” . E’ stata l’occasione per manifestare contro i condannati (e quindi criminali) in parlamento, il conflitto di interessi, la finta informazione. Durante la giornata sono stati allestiti banchetti per la raccolta di firme a favore dell’abolizione dell’ordine dei giornalisti, dei fondi statali all’editoria e della legge Gasparri. Naturalmente i telegiornali hanno trasmesso pochissimi secondi di questo evento, dando invece molto spazio ad altre notizie. E’ stata incredibile la durata dei servizi che si sono occupati del turismo verso l’Acquario di Genova e delle code in autostrada, temi che sicuramente hanno un altissimo interesse a livello nazionale e, senza i quali, tormentosi dubbi avrebbero perseguitato noi poveri spettatori. Adesso siamo più tranquilli: davanti all’Acquario c’erano code per le biglietterie. Fortunatamente ci sono state iniziative che,pur non pubblicizzate, hanno permesso di seguire la giornata. Una di queste è stata la grandissima iniziativa da parte della redazione di “c6tv” che grazie a Internet e Skype ha trasmesso la diretta del V2-Day con interventi video da tutta Italia e da tutto il mondo, direttamente dai punti di raccolta firme e dalle case delle persone che avevano qualcosa da dire. Solo 5 persone hanno collegato l’Italia con quei mezzi che vengono spesso sottovalutati e che,forse per questo, sono ancora liberi. Il Presidente Napolitano ha dichiarato che la stampa deve difendersi dalla Rete, ma, ad oggi, la rete è l’unica ad essere libera. Almeno finché non arriveremo ai livelli dei cinesi che hanno cancellato da televisione e internet ogni notizia o slogan che parlasse di un “Tibet libero”. In questo senso siamo fortunati,anche se i telegiornali non parlano di coloro che vorrebbero una libera informazione, almeno abbiamo ancora una rete libera. Alla redazione di “c6tv” sono arrivate anche chiamate da Tokio,Barcellona,Liverpool, Madrid,etc.; chiamate di ragazzi italiani che volevano far sapere quanto è diversa la situazione negli altri paesi. Sono stati interventi di gente qualunque che è stata contenta,una volta tanto, di poter dire ciò che aveva da dire. Un certo Gianluca ha chiamato da Barcellona e ha fatto notare come lì fossero già stati pubblicati vari articoli sul V-Day,mentre in Italia ancora non ne erano usciti. Il loro corrispondente estero ha parlato della libertà italiana come di una libertà finta in una democrazia finta e di un paese dove la libertà di stampa è controllata dal presidente del consiglio. Ragazzi da tutto il mondo hanno seguito anche l’intervento di Grillo. “Grazie ai partigiani di 63 anni fa, oggi siamo noi i nuovi partigiani della libera informazione. Siamo la continuazione dei nostri nonni”. Ha così sottolineato un collegamento con chi stava nelle altre piazze anche se qualcuno (La Stampa) ne ha fatto una separazione intitolando una discussione: “I due 25 Aprile” e ha parlato di una “Torino spaccata in due: partigiani e festa tradizionale da una parte e il comico Grillo e i suoi grillini dall’altra per il Vaffa-day 2”. Grillo dal palco ha attaccato tutti: centro,destra e sinistra,senza distinzione di partiti o posizioni e, riferendosi al nuovo presidente del consiglio, ha urlato: “Pensate se Obama da presidente fosse anche il proprietario della Fox, della Abc e di altre televisioni”. Poi ribadisce:“Questa non è una manifestazione contro i giornalisti, è contro gli editori,contro un certo tipo di stampa. Abbiamo ancora un certo tipo di giornalisti, sono quelli che vivono sotto scorta!”. Il V2-Day si è concluso con i 26 minuti di Travaglio. Ha parlato di un sistema di informazione che è in mano alla politica e dei fondi statali all’editoria: “Nei paesi più evoluti, c’è un tetto di pubblicità invalicabile in televisione. Non si può trasmettere spot intervallati ogni tanto da un telegiornale che, fra l’altro, è falso. Nessuno ha il coraggio di fare una legge per avere dei limiti alla pubblicità perché sappiamo bene di chi è la tv e quel signore non ha intenzione di rinunciare nemmeno ad un euro.” Travaglio prosegue spiegando di essere d’accordo con l’abolizione dell’ordine dei giornalisti,pur credendo alla necessità di un ordine serio che controlli determinati requisiti senza che vi convivano giornalisti che danno notizie e giornalisti che non ne danno. “Noi avevamo addirittura un giornalista che faceva la spia per il S.I.S.M.I. Adesso è in parlamento anche lui, naturalmente.” Parlando del referendum, quello sull’ abolizione della legge Gasparri, Travaglio afferma: “E’ fondamentale perché il problema della tv non è che è piena di servi,ma che il sistema crea i servi e li manda avanti penalizzando quelli bravi. Pensate se la Rai non fosse più occupata dai partiti,pensate se al posto dei politici che stanno al consiglio di amministrazione mettessero delle persone che ne capiscono di cultura, cioè quelli che dovrebbero gestire un’azienda culturale e televisiva”. Parla di una dequalificazione professionale, del fatto che i partiti non si servono della Rai solo in campagna elettorale,ma ogni giorno ad ogni ora; parla di quei pochi giornalisti che danno le vere notizie e di quelli che scelgono temi per favorire un candidato elettorale. Conclude il suo discorso dicendo: “Continuare a voler bene all’informazione, sentitela vostra.”

Per chi volesse vedere l’intero intervento di Marco Travaglio il sito è: http://video.google.it/videoplay?docid=4474752540235522278

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