Il giornalismo tra cambiamenti e valori
Il 19 Dicembre scorso il prof. Palidda, docente di Sociologia, ha organizzato una conferenza riguardante i mutamenti avvenuti nei quotidiani, tenuta dal caporedattore di uno dei più importanti giornali italiani. Divenuto giornalista a 20 anni, Livio Quagliata ha rivestito il ruolo di caporedattore in giornali di notorietà nazionale: dal Manifesto a Milano e poi a livello centrale a Roma sino al 2001, all’inserto femminile D-Donna, fino ad assumere nel 2005 l’incarico attuale per le pagine di cronaca sociale presso la sede centrale del quotidiano Repubblica. Di fronte a un gruppo non tanto numeroso ma molto interessato di studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione, il giornalista ha illustrato l’importanza che la pubblicità ha acquisito con il passare degli anni; “i giornali senza la pubblicità non esisterebbero” afferma il dr. Quagliata e
aggiunge che i grandi quotidiani utilizzano delle strategie per collocare gli spazi pubblicitari: per esempio per la sponsorizzazione di un’agenzia di viaggi verrà utilizzato un contesto positivo e una parvenza di ottimismo e non verrà certo inserita vicino a una notizia di cronaca nera. Un grande cambiamento è avvenuto con l’utilizzo del computer, più facile e veloce, che permette una rapida correzione e rielaborazione dello scritto, e l’avvento di internet, che evita la dettatura al telefono dell’articolo a una persona che lo registra e lo scrive sul giornale, come accadeva precedentemente. Si sono diffusi sempre più i quotidiani online dove si può trovare tutto quello che il lettore richiede: dalle notizie flash dell’ultima ora agli approfondimenti di tutti i settori agli articoli archiviati, dai sondaggi in cui vi è più calcolabilità per le varie categorie, ai giochi e ai quiz per l’università. I quotidiani puntano ad arricchire il proprio sito e ad aggiornarlo continuamente proprio per questa maggior vicinanza del lettore rispetto al formato cartaceo. Successivamente ha descritto le difficoltà che si incontrano quando ci si avvicina all’ambito giornalistico; anche in questo settore come in quasi tutti gli altri, c’è il problema delle assunzioni: ormai, tranne rarissime eccezioni, tutti vengono assunti a tempo determinato o a progetto (e vengono pagati solo per l’articolo che scrivono), e questo non fa altro che impedire ai giovani di trovare il proprio spazio, di farsi una carriera, anche se con le loro capacità sarebbero meritevoli di questo. Ormai “non si diventa più giornalisti a 20 anni” e questo è un peccato!! Il dr. Quagliata, spinto dalla curiosità, ci ha posto una domanda...