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La versione online del giornale del Campus Universitario di Savona



A volte ritornano...

Dopo alcuni mesi di inattività dovuta a qualche problema tecnico e qualcun'altro più spinoso di genere burocratico, eccoci tornati ad animare la vita al Campus con i nostri frizzanti articoli!

Attualità, eventi, cronaca, politica e poesia torneranno sotto ai vostri banchi per aiutarvi a passare indenni interminabili ore noiosissime di lezione!

VVR è il giornale di chi, come voi, vive con passione l'esperienza universitaria al Campus.

Seguiteci... Non ne rimarrete delusi!

Simone Trimarchi

lunedì 17 marzo 2008

Il giornalismo tra cambiamenti e valori

Il 19 Dicembre scorso il prof. Palidda, docente di Sociologia, ha organizzato una conferenza riguardante i mutamenti avvenuti nei quotidiani, tenuta dal caporedattore di uno dei più importanti giornali italiani. Divenuto giornalista a 20 anni, Livio Quagliata ha rivestito il ruolo di caporedattore in giornali di notorietà nazionale: dal Manifesto a Milano e poi a livello centrale a Roma sino al 2001, all’inserto femminile D-Donna, fino ad assumere nel 2005 l’incarico attuale per le pagine di cronaca sociale presso la sede centrale del quotidiano Repubblica. Di fronte a un gruppo non tanto numeroso ma molto interessato di studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione, il giornalista ha illustrato l’importanza che la pubblicità ha acquisito con il passare degli anni; “i giornali senza la pubblicità non esisterebbero” afferma il dr. Quagliata e
aggiunge che i grandi quotidiani utilizzano delle strategie per collocare gli spazi pubblicitari: per esempio per la sponsorizzazione di un’agenzia di viaggi verrà utilizzato un contesto positivo e una parvenza di ottimismo e non verrà certo inserita vicino a una notizia di cronaca nera. Un grande cambiamento è avvenuto con l’utilizzo del computer, più facile e veloce, che permette una rapida correzione e rielaborazione dello scritto, e l’avvento di internet, che evita la dettatura al telefono dell’articolo a una persona che lo registra e lo scrive sul giornale, come accadeva precedentemente. Si sono diffusi sempre più i quotidiani online dove si può trovare tutto quello che il lettore richiede: dalle notizie flash dell’ultima ora agli approfondimenti di tutti i settori agli articoli archiviati, dai sondaggi in cui vi è più calcolabilità per le varie categorie, ai giochi e ai quiz per l’università. I quotidiani puntano ad arricchire il proprio sito e ad aggiornarlo continuamente proprio per questa maggior vicinanza del lettore rispetto al formato cartaceo. Successivamente ha descritto le difficoltà che si incontrano quando ci si avvicina all’ambito giornalistico; anche in questo settore come in quasi tutti gli altri, c’è il problema delle assunzioni: ormai, tranne rarissime eccezioni, tutti vengono assunti a tempo determinato o a progetto (e vengono pagati solo per l’articolo che scrivono), e questo non fa altro che impedire ai giovani di trovare il proprio spazio, di farsi una carriera, anche se con le loro capacità sarebbero meritevoli di questo. Ormai “non si diventa più giornalisti a 20 anni” e questo è un peccato!! Il dr. Quagliata, spinto dalla curiosità, ci ha posto una domanda...

Chi è per voi un giornalista?

Ovviamente ci possono essere molte opinioni in merito e adesso voglio provare a dire la mia, pronta se necessario a essere smentita. Secondo me il Vero giornalista, con la v maiuscola, è colui
che ricerca la verità e informa il lettore su fatti autentici e verificati. Sembrano due cose scontate ma non lo sono affatto! Non tutti si pongono come obiettivo primario quello di conoscere la verità a costo di spendere più tempo del dovuto: sovente si preferisce fare un buon pezzo, magari scritto bene, ma pieno di supposizioni e di fatti neppure accertati. Il Vero giornalista è colui che non si ferma in superficie, non si lascia condizionare dalle apparenze e soprattutto non si basa solo su quello che ha detto una persona. Il Vero giornalista è colui che cerca di approfondire i fatti, di sentire vari punti di vista, di ricercare indizi e di scoprire come sono andate veramente
le cose; non dà una propria opinione ma descrive i fatti così come sono, senza ingigantirli ma anche senza minimizzarli, e senza tralasciare i dettagli importanti. Il Vero giornalista è colui che dà voce a quelle persone che non ce l’hanno, alle vittime, ai poveri, agli emarginati e alle persone abbandonate nel bisogno, che ha a cuore i problemi delle persone e vive in mezzo a loro, per non essere distaccato dalla realtà: uno che abita in ville lussuose e con tutte le comodità raramente sarà in grado di scrivere un articolo che descriva pienamente le difficoltà dei meno ambienti, magari conosce tutti i fatti ma dubito che sia a conoscenza di quello che realmente comporta
per quei cittadini. Il Vero giornalista è colui che fornisce al lettore tutte le notizie anche se ciò significa andare contro le istituzioni, i potenti, i politici; è colui che rende gli altri partecipi di quello che sta succedendo nel mondo, perché solo con l’informazione e con la conoscenza i cittadini sono più forti e possono far valere i loro diritti, senza essere sottomessi. E’ un mestiere che comporta grandi responsabilità e anche molti rischi, basti pensare a quanti sono stati censurati, rapiti, torturati, uccisi perché troppo curiosi e determinati, ma soprattutto perché a un passo dal conoscere la verità, una verità scottante: giornalisti diventati da un momento all’altro eroi, paladini della giustizia e dei diritti.

Convivenza: tra individualismo e interessi comuni

A volte ti guardi intorno e osservi cosa succede, studi storia e ti chiedi cos’è che ha scatenato questo fenomeno, segui le parole dei più influenti Mass Media e ti chiedi se è davvero come vogliono farci credere o, come nelle tue speranze, se c’è dell’altro. Forse è una barriera di falsità
per proteggersi e non essere feriti, forse è solo un’allucinazione prodotta dal sovraffollamento di notizie. Sta di fatto che l’individualismo è un concetto assai radicato nella nostra società, dalla
ricerca del profitto personale in campo economico e lavorativo alla semplice volontà di primeggiare nei rapporti affettivi, per soddisfare il bisogno “d’essere visti”. Il pensare a se stessi ci porta sempre maggiormente ad allontanarci dagli altri rendendo i legami tendono a essere meno profondi. Si conoscono un sacco di persone, ma quelle con cui esiste un legame “vero”, di quelli che oltrepassano come importanza i propri bisogni, le puoi contare sulle dita di una
mano. Vi è mai capitato di sentire “non c’è più rispetto” oppure “la gente è sempre più
maleducata”? Maleducazione e rispetto sono, a mio parere, fondamentali in questo discorso
poichè sono due dei parametri più adatti per misurare l’attenzione e, in un certo senso, anche la sensibilità che una persona ha nei confronti degli altri. Ed è proprio di questa mancata attenzione
di cui parlo: gli altri sono solo comparse più o meno utili nella nostra vita o forse dovrebbero essere dei compagni che ti aiutano a costruire un tuo percorso? Non so se vi è mai capitato di notare come spessissimo questo egocentrismo ed egoismo porta la gente a danneggiare
anche se stessi. Molto spesso tante discussioni, litigate furibonde o addirittura rotture di rapporti, si potrebbero risolvere con una facilità a dir poco impressionante, con l’unica fatica di cercare di capire cosa intende chi ci sta davanti. La nostra società si è talmente modernizzata
da aver quasi perso di vista quelle che sono le fondamenta su cui creare il progresso. Si tende a dimenticare i propri obiettivi cosi come l’importanza degli altri e a rimanere accecati dalla valanga d’informazioni che ogni giorno si catapultano davanti ai nostri occhi. Ci rifugiamo in noi stessi, nei nostri problemi, nella nostra storia, nel nostro punto di vista e diventiamo talmente
presi dalla nostra vita che dimentichiamo cosa c’è al di là del nostro paraocchi. Dimentichiamo che nello stesso istante in cui andiamo a fare shopping, c’è gente che sta vivendo una guerra; non ci rendiamo conto che la nostra stessa Nazione è in guerra; non vediamo la gente che soffre proprio accanto a noi solo perché non la conosciamo; se vogliamo avvicinarci nel profondo della questione, non sappiamo neanche vedere quando una persona a noi veramente vicina ha bisogno di aiuto. Potete rivedere quest’atteggiamento in larga scala, dai coinquilini ai rapporti internazionali e politici. Come animali sociali dobbiamo vivere insieme su questa terra. Abbiamo creato l‘economia, la politica, la sociologia e mille altre discipline che cercano di garantirci la migliore convivenza possibile, eppure nella perfetta modernità a cui siamo giunti, ci dimentichiamo la cosa più semplice: ascoltare gli altri. Interessi personali e interessi comuni
possono sembrare incompatibili in certe situazioni. La domanda che ci si pone è: perché dobbiamo ascoltare gli altri, capirli e andargli incontro quando è molto più semplice farsi i fatti propri e, come il capitalismo insegna, gestire i propri interessi? Il fatto è che, anche se nell’immediato, gestire i propri interessi può essere la cosa che ci avvantaggia maggiormente,
allargando la scala a un periodo maggiore, ci si rende conto che occuparsi degli interessi comuni può essere assai più producente. Questo perché non si va a creare solamente un benessere individuale, ma collettivo, in cui più persone hanno interesse a sostenere la situazione e a collaborare per mantenerla. A mio avviso questa seconda possibilità è molto più solida, dà più sicurezze e ci
permette di creare quel clima fiorente in cui far germogliare anche gli interessi
individuali. Riflettete e, se v’interessa, rispondete con arricchimenti o confutazioni sul blog del giornalino. Magari vi pubblichiamo.

Servizio fotografico al campus: da dentro... soggettivamente

Stavo studiando in biblioteca quando mi hanno proposto di fare parte dell’iniziativa. Ho accettato subito perchè mi è sembrata un’esperienza interessante dalla quale potevo anche far nascere
un bell’articolo! Venerdì, due giorni dopo, si sarebbe realizzato il servizio: noi modelli ci aspettavamo un lavoro
molto meno professionale, che ci avrebbe rubato solo qualche oretta.
L’organizzazione di Epidemya con la sua professionalità ci ha sorpresi, anche se improvvisata in poco tempo, ha dimostrato l’eccellente capacità di lavoro di cui sono dotati i membri della rivista.
Il tempo utilizzato è stato minimo: mercoledì hanno contattato e ricercato i modelli, giovedì è stata fissata la prova abiti, venerdì il parrucchiere e nel pomeriggio il servizio fotografico. Mi ha
impressionato, soprattutto dal punto di vista giornalistico, come siano riusciti a svolgere un’iniziativa cosi complessa e d’alta qualità in pochissimi giorni. Soprattutto tenendo conto che si parla di una rivista free press, savonese, e non al livello di un quotidiano come “La stampa”. Vi invito a leggere Epidemya perché i loro creatori, e soprattutto la bellezza della rivista, meritano la vostra attenzione. Gentilissima e disponibile, l’equipe del negozio “Marbella” ha aiutato
noi modelli a superare l’imbarazzo iniziale. Al momento degli scatti c’era un clima molto piacevole di complicità e divertimento tra i vari componenti del gruppo, guidati dalla professionalità del
fotografo Flavio Rosso. Questa capacità d’interazione e di creare coesione tra i vari ruoli lavorativi è stata l’altro fondamentale ingrediente, un ingrediente che ha saputo rendere il
lavoro ancora più professionale e piacevole. In conclusione posso dire che è stata, imbarazzo a parte, una bella esperienza che mi ha permesso di vedere più da vicino uno di quegli aspetti che possono entrare a far parte del futuro di un laureato in Scienze della Comunicazione, ovviamente
non come modello ma come redattore della rivista.

Servizio fotografico al campus: da fuori...oggettivamente

La vita al campus scorre abbastanza abitudinaria e piatta. Di eventi non ce ne sono molti, e quelli presenti sono legati esclusivamente a specifici corsi di laurea, lasciando di conseguenza fuori dalla loro portata coloro che non ne fanno parte o che non hanno un interesse personale nel seguirli. Ultimamente però sembra che le sfere amministrative del campus abbiano deciso di cambiare rotta, legando intensi rapporti di collaborazione e pubblicità con riviste e commercianti locali savonesi: il servizio fotografico realizzato venerdì 8 febbraio è uno dei risultati di questo cambio di tendenza. I responsabili della sua realizzazione sono stati la rivista Epidèmya, free press che lavora all’interno dei locali del campus, occupandosi delle piccole realtà provinciali, e il negozio di abbigliamento Marbella, che ha prestato i suoi abiti per la creazione del servizio. La rivista è composta da Maurizio Ghiso, amministratore unico, Felice Rossello, coordinamento della redazione, e Elisa Maiorino e Susanna Ciani Seren. Sono stati scelti quattro studenti senza
esperienza e anche visibilmente emozionati per posare come modelli: Liù, Sara, Jonela e Christian. Le foto sono state realizzate nelle varie aule in un clima di allegria e spensieratezza, da cui tutti hanno potuto trarre qualcosa di positivo: i neo modelli una piacevole esperienza e qualche euro per le spesuccie quotidiane, Epidèmya un interessante articolo per una rivista che ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un piccolo spazio nel mondo della carta stampata, e infine Marbella e il campus una cospicua pubblicità per i propri vestiti, da un lato, e per i propri locali, dall’altro. La giornata è stata piacevole e sicuramente ha potuto interessare un più vasto raggio di studenti, accorsi ad ammirare le splendide modelle e ad osservare uno spettacolo un po’ diverso dalla monotonia di tutti i giorni.
Bravo campus, continua così!

OpenDay: l'attenzione non è mai troppa...

Giovedì 28 e venerdì 29 Febbraio si è tenuto l’Open Day, che è servito agli studenti universitari del futuro a farsi un'idea più chiara di cosa li aspetterebbe se decidessero di iscriversi alle facoltà disponibili. Il fulcro della presentazione è avvenuto in biblioteca, dove erano presenti diversi stand, e in un tour guidato. Pur apprezzando la descrizione dettagliata dell’evento, curata sul sito
ufficiale del campus, e gli enormi sforzi organizzativi fatti da SACS, SPES e Università,
ci sono state mancanze nella gestione dell’evento. In primis vi è stata una carenza a livello comunicativo: gli studenti già iscritti all’università e frequentanti il Campus non sono stati adeguatamente informati dell’evento: non sono stati distribuiti volantini, non sono state fatte comunicazioni ufficiali, se non per due cartelloni affissi il giorno prima; unica eccezione è stata la
biblioteca che ha “avvisato” gli studenti dell’occupazione dei locali nei giorni successivi. Rimanendo in biblioteca, si è potuto notare come la distribuzione degli stand sia stata talmente efficace che due studenti risultano ancora ad oggi dispersi: di loro si sa solo che cercavano alcune semplici informazioni per iscriversi. Probabilmente sono stati distratti da uno stand, posto in bella vista all’entrata, che esponeva cosmetici: come se un ragazzo, in cerca di conferme sul suo futuro, potesse trovare risposte ai suoi dubbi in una crema antirughe. Davvero molto pertinente! Un’attività ha catalizzato l’attenzione, un’attrazione unica, travolgente, rivoluzionaria e trasgressiva: un computer. Avete presente le code alla Posta quando dovete pagare le bollette il primo del mese e la vecchietta di turno blocca la fila da ore, cercando una moneta da due centesimi in un immenso portafoglio? Ecco, questo è nulla rispetto alle file formatesi davanti all’oggetto del desiderio, in cui studenti, stanchi e stremati, attendevano ore ed ore per poter
svolgere un quiz che gli avrebbe indicato la facoltà più adatta ai loro interessi. Bisogna spiegare a tali persone che, per questionari simili, esiste anche internet. Come in ogni horror che si rispetti, anche a Savona aleggia la presenza di un fantasma, presenza misteriosa ed oscura, quella di un fantomatico video di cui non si hanno informazioni, né sulla sua collocazione né sui suoi contenuti.
Si dice che questo fantasma, tutte le sere a mezzanotte, tormenti con la sua inquietante visita i corridoi degli alloggi del Campus. Sono vittime di questa spettrale presenza/assenza anche gli utenti della rete, su cui appare tramite You Tube, senza però che nessuno venga avvisato dell’incombente pericolo. Tra tour, stand, presentazioni, cosmetici, video, questionari, cartelloni,
colloqui etc., sembra che, tra tutte le attività proposte, quella più gettonata sia stata la colazione al bar!

...Vince VVR...

Era una fredda e solitaria mattina di dicembre. Le lezioni stavano ormai volgendo al termine e il campus si presentava spoglio e solitario. Insieme ai miei inseparabili compagni di avventura e di
lavoro ci trovavamo in un’aula pressocchè deserta per assistere ad una lezione tenuta dal dottor Quagliata. Mentre i nostri volti spenti e le menti assenti volgevano già alle ambite vacanze natalizie, una frase colpì la nostra attenzione, e accese un barlume di speranza in noi” Il lavoro di un giornalista si può riassumere in un semplice motto: Vado, Vedo e Racconto. Questo è quello che deve saper fare un buon scrittore!” Quella frase ci colpì subito, tutti concordi pensammo entusiasti che quello sarebbe potuto diventare uno dei possibili titoli per il nostro giornale, titolo che rappresenta noi, certo, ma anche lo spirito che pervade il campus intero e di conseguenza tutti gli studenti. V.V.R. Ha vinto il sondaggio proposto sul blog, con una percentuale del 46%, seguito da Quelli che il Campus con il 43% ; si è fatto valere Punto Zero con il 7% mentre La finestra sul campus e Giornalisti per caso non hanno riscosso molto successo.

TRAGUARDO

E’ successo. Lo sto tenendo in mano proprio adesso,con le dita sfioro la pagina lucida. Lo sfoglio,lasciando scorrere lo sguardo su ogni parola,ma senza realmente vederle. La mia mente è altrove,a ricordare. Vedo ogni scena come dall’esterno,ma riconosco le emozioni di quei momenti. Momenti in cui le pagine che tengo in mano non esistevano,non materialmente almeno. La loro essenza però era già nelle nostre menti,dal momento in cui ci siamo accorti di avere un interesse comune,dal momento in cui abbiamo imparato a conoscerci,dal momento in cui siamo diventati un gruppo prima di una redazione. Mi sembra incredibile il potere che ha avuto su di noi l’idea di qualche foglio e dell’inchiostro,monopolizzando le nostre conversazioni,il nostro tempo e i nostri pensieri. La cosa più bella è che non è stato un compito o un lavoro,non una questione discussa distrattamente ad una riunione,ma qualcosa di cui abbiamo parlato e fantasticato ovunque:in aula come a mensa,in treno come su MSN e sì,anche alle riunioni.

Abbiamo progettato,esposto nuove idee,pianificato e il tutto divertendoci.

Abbiamo rispettato le riunioni nei giorni in cui eravamo preoccupati per gli esami; in quelli in cui ognuno di noi aveva altri impegni e sperava di arrivare presto a casa; il giorno in cui una pioggia torrenziale ha cercato di impedircelo e siamo rimasti tutto il giorno a gocciolare finchè non eravamo così bagnati da smettere di preoccuparci; i giorni in cui la riunione era l’unico motivo che ci portava a Savona,anche se alcuni di noi devono affrontare ore di treno. Insomma,nonostante tutto questo ne è valsa la pena e il risultato è qui fra le mie mani.

Mentre pensavo sono arrivata all’ultima pagina e finalmente la mente si concentra su cosa sto leggendo. Sono colpita,non perché sotto al titolo “Redazione” scorgo il mio nome,ma perché vedo i nostri nomi,tutti insieme,vicini.

Mi rendo conto che quella è la prova di quanto abbiamo passato insieme,di come ci siamo impegnati,di come ci siamo divertiti. Adesso lo potranno vedere anche gli altri. Mi scopro a sorridere e alzo lo sguardo,volgendolo intorno. I volti dei miei amici,e colleghi, sono chinati sugli stessi fogli che tengo in mano,ma ciò che mi colpisce di più sono i loro volti. Vi leggo l’entusiasmo,la soddisfazione e l’orgoglio,ma ciò che credo sia più forte in tutti è la consapevolezza di aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti e che per qualcuno era un sogno. Fra un momento probabilmente ci abbracceremo ed esulteremo per aver raggiunto il nostro traguardo,ma la cosa più bella è che è anche un meraviglioso inizio. L’inizio del V.V.R.

sabato 1 marzo 2008

SONDAGGIO SULLE ELEZIONI


Come sapete, il 13 e il 14 Aprile si terranno le elezioni politiche, a causa della caduta del governo Prodi e del mancato accordo per un temporaneo esecutivo guidato da Marini. Ho deciso così di fare un piccolo sondaggio all’interno del Campus, per capire quello pensate della politica e le vostre intenzioni di voto. I quesiti che ho posto sono tre: “Quanta fiducia hai nei politici?”, “Qual è il tema che vorresti vedere al centro della campagna elettorale?”, “Chi voterai alle prossime elezioni?”. Dalle risposte emerge che il Campus ha poca o nessuna fiducia nei politici, che il tema più sentito è quello del lavoro e della precarietà, dimostrando che quasi tutti noi studenti siamo preoccupati per un futuro che si presenta a dir poco incerto. Per quanto riguarda la terza domanda devo fare una premessa: avendo fatto compilare le schede solo ad una precisa fetta d'elettorato (giovani studenti) è abbastanza scontato che i risultati siano sballati e differenti da quelli ufficiali. Infatti, è impossibile che Casini non ottenga voti o che Veltroni doppi Berlusconi, come invece accade in questo sondaggio. Quello che però risulta interessante è che il centro non abbia alcuna presa tra i giovani, che se e quando scelgono i partiti minori, vanno sulle ali un po’ più “radicali”, chi di sinistra votando Bertinotti, chi di destra votando la Santanchè. L’alto numero d’indecisi dimostra che quasi tutti quelli che voteranno (molti sono in dubbio se recarsi alle urne o meno), esprimeranno la loro preferenza per quello che considerano “il meno peggio”, o comunque voteranno “contro qualcuno” e non “per qualcuno”. Inoltre, ritengo necessario comunicare ai lettori che il sondaggio si è svolto tra il 26 e il 28 Febbraio, quando l’UDC e La Rosa Bianca non si erano ancora unite, avendo due candidati premier diversi. In conclusione ringrazio tutti coloro che hanno votato, dando il loro contributo a questo articolo.

Quanta fiducia hai nei politici?

Molta 2,9%
Abbastanza 2,9%
Poca 64,7%
Nessuna 29,5%

Quale tema ti piacerebbe che fosse il più affrontato in campagna elettorale?

Scuola e università 15,6%
Lavoro e precarietà 50%
Politica estera 0%
Ambiente 3,2%
Temi etici (aborto, eutanasia, dico, ecc.) 15,6%
Altro 15,6

Chi voterai alle prossime elezioni?

Popolo della libertà/Lega Nord - Silvio Berlusconi presidente 15,6%
Partito Democratico/Italia dei Valori – Walter Veltroni presidente 31,3%
Sinistra Arcobaleno – Fausto Bertinotti presidente 9,4%
UDC – Pier Ferdinando Casini presidente 0%
La Destra – Daniela Santanchè presidente 6,2%
La Rosa Bianca – Bruno Tabacci presidente 0%
Altro 6,2%
Indeciso 21,9%
Non andrò a votare 9,4%

Risultati dei partiti senza contare indecisi e astenuti:

Popolo della libertà/Lega Nord - Silvio Berlusconi presidente 22,7%
Partito Democratico/Italia dei Valori – Walter Veltroni presidente 45,5%
Sinistra Arcobaleno – Fausto Bertinotti presidente 13,6%
UDC – Pier Ferdinando Casini presidente 0%
La Destra – Daniela Santanchè presidente 9,1%
La Rosa Bianca – Bruno Tabacci presidente 0%
Altro 9,1%