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Simone Trimarchi

martedì 22 maggio 2007

In Punta di penna

-pubblicato maggio-

E’ stupefacente scoprire come, nel mondo di oggi,
inflazionato e sommerso dalla comunicazione tecnologica
e mediatica, emerga con prepotenza il bisogno della
scrittura.
Forse l’uomo moderno, in contatto sempre più veloce con
tutti, omologato con le realtà e le culture mondiali, soffre
di un eccesso di dilatazione dei confini, di un’universalità
che moltiplica le conoscenze e le informazioni, ma
polverizza l’io, conducendolo ad una solitudine abissale.
Scrivere è allora il mezzo per rivendicare il diritto ad
esistere come individuo, oltre il flusso vertiginoso e
caotico delle informazioni, per ridefinire gli spazi interiori,
per recuperare i tempi fermi e lunghi della coscienza, per
ascoltare, in un silenzio riconquistato, i battiti del proprio
cuore, per sperimentare nuovi percorsi intellettuali e
fantastici, in cui riconoscersi come protagonisti di una
scena che appartiene solo a noi stessi, divenendo creatori
di qualcosa che opponga resistenza alla consunzione e
all’oblio.
Raccontarsi e raccontare, attraverso la parola scritta è,
allora, volontà di testimoniare e di comunicare in
profondità, attingendo al nostro vissuto, al bagaglio di
memorie, di esperienze, di cultura, ricreandoli sulla pagina
come proiezione durativa del nostro mondo segreto.
E’ rivendicare, in una società spersonalizzata e
spersonalizzante, un nuovo diritto di cittadinanza alla
persona.
Il gesto di scrivere è già di per se stesso rivelativo di
un’esigenza di dirsi, di fermarsi nel tempo, mezzo per
esprimere la consapevolezza di sé e del mondo.
Intraprendere il lavoro della scrittura equivale ad
intraprendere un viaggio dentro di sé, rielaborare, dandogli
una direzione di senso, i nostri cammini cognitivi, emotivi,
fantastici, su cui possiamo tornare indefinitamente, in un
continuo processo di analisi e di autoanalisi che
arricchisce la crescita e l’evoluzione personale.
Questo spiega il successo dei tanti corsi di scrittura
creativa (che fioriscono dovunque), in cui, ovviamente, se
non si insegna (né la si potrebbe insegnare!) la creatività,
le sollecitazioni allo scrivere, con interventi mirati e
strumenti adeguati, hanno la funzione di incanalare e di
stimolare quella necessità di aprirsi agli altri e di riflettere
su stessi che solo la scrittura riesce a soddisfare.
I risultati che si ottengono sono spesso superiori alle
attese, a volte addirittura sorprendenti.
E’ il caso di questa breve ma significativa antologia “In
punta di penna”in cui, i giovani e i meno giovani che si
sono cimentati con la scrittura, hanno dimostrato che il
piacere di scrivere per raccontarsi, può trasformarsi
davvero anche in creazione, narrativa, lirica e fantastica,
andando ben oltre il semplice sfogo autobiografico e
terapeutico.
Basta leggere i testi qui presenti per rendersi conto dello
scatto immaginativo operato sulla realtà dal processo della
scrittura che, coagulando nella parola il vissuto di
ciascuno degli autori, ha consentito di trasferirlo in quello
che Popper chiama il mondo 3, il mondo della creatività
letteraria.
Privi della presunzione di essere e di proporsi come
grandi scrittori, i nostri autori dimostrano tuttavia di
possedere una ben definita fisionomia scriptile, facendo
emergere, nella pronuncia scritta, il proprio io, come
risultante delle varie esperienze della vita, intessute di
ricordi, di dolori, di gioie, di segrete e talora inconfessate
pulsioni e, anche, di variegate ascendenze culturali,
originalmente ricreate nel loro universo espressivo.
Senza voler entrare nel merito di ciascuno scritto,
lasciamo al lettore il piacere di scoprire come tutti, se lo
vogliono, possono diventare scrittori, lungo un tragitto
virtualmente infinito che corrisponde alla crescita del sé
nel tempo e nello spazio.
Questo volume, che nasce come bilancio del Corso di
Scrittura creativa tenuto dal prof. Rossi, con il patrocinio
dell’Assessorato alla cultura di Sestri Levante, è
documento e memoria dell’esistere stesso, testimoniando
la perenne vitalità di quel “ superfluo della vita”, fatto di
immaginazione, sentimento, sogno, creatività, che
costituisce l’essenza vera dell’uomo: forse la sola ancora
di salvezza, nella franante deriva dei valori dell’età
contemporanea.
Graziella Corsinovi
Docente di Scrittura creativa -Scienze della
Comunicazione -Facoltà di Genova

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