Benvenuto

Benvenuti sul Blog del VVR!

La versione online del giornale del Campus Universitario di Savona



A volte ritornano...

Dopo alcuni mesi di inattività dovuta a qualche problema tecnico e qualcun'altro più spinoso di genere burocratico, eccoci tornati ad animare la vita al Campus con i nostri frizzanti articoli!

Attualità, eventi, cronaca, politica e poesia torneranno sotto ai vostri banchi per aiutarvi a passare indenni interminabili ore noiosissime di lezione!

VVR è il giornale di chi, come voi, vive con passione l'esperienza universitaria al Campus.

Seguiteci... Non ne rimarrete delusi!

Simone Trimarchi

martedì 22 maggio 2007

Appunti di viaggio

Partenza dall’aeroporto di Genova ore 13.15 volo AF5842 Y. Arrivo all’aeroporto di Parigi ore 14.30. Breve giro per l’aeroporto Charles De Gaulle.
Partenza dall’aeroporto parigino alle ore 16.30 (ora locale) volo AF 64 Y destinazione Los Angeles (CA, United States). Arrivo a LAX ore 6.30 pm (ora locale).
Solo dure ore sulla carta in questo momento scritte, ma sulle spalle del sottoscritto ne son passate quindici?! Forse sedici? …non me lo ricordo! … in ogni caso tante.
Ci vogliono un paio di giorni per riprendersi dal “jet lag”, e non si pensi, prima di partire, che sia così sempre e solo per gli altri… il sottoscritto da arrogante ha pensato che il fenomeno non lo avrebbe interessato minimamente, ma non è stato così poi! passare tutte quelle ore su un aereo non è da poco per il fisico umano! Infatti, ripeto, i primi tre giorni sono caratterizzati da un forte “rincoglionimento”… Imbambolato, ti rendi subito conto che qui i tempi e gli spazi son dilatati, fortemente dilatati. Solo che ad attraversare la strada, in certi punti, c’impieghi quindici secondi di orologio! Secondi che, come conseguenza, girano più lenti… almeno, ripeto sempre per il sottoscritto.
I primi cinque giorni solitamente vedono una prima presa di coscienza sul dove sei, che fai, dove vuoi andare e come fare a fare tutto quello che vuoi fare… grande problema sono gli spostamenti, in zone dove è in pratica impossibile “girare” senza quattro ruote che “girano” con te.
La città di Los Angeles è strutturata su un superficie di non so quanti chilometri quadrati (non lo so e non lo voglio neanche sapere) divisa in zone caratteristiche l’una dalle altre… DownTown è il “centro”, il centro del commercio, inteso come “city” - uffici, grattacieli, magazzini, linee metropolitane, pinguini in giacca e cravatta con ventiquattrore mescolati ad individui sud-americani, afro-americani e asiatici “stile grand theft auto” Vice City (fedele per altro al videogame nei minimi dettagli). Poco importa di quest’area.
Affianco salendo leggermente verso Ovest e verso mare, più esattamente verso l’Oceano Pacifico, si incontra la collina di Hollywood, grande centro di attrattiva per i turisti che vanno, come il sottoscritto, a fare centinaia e centinaia di foto, ad una via che in realtà non ha nulla di fortemente attrattivo… a parte sempre i soliti negozi, negozi e negozi… Il famosissimo Chinese Theatre è il punto più “figo” di tutta Hollywood Blvd, il vialone dove c’è la “walk of fame” – quei piastrelloni dove son riportati i nomi dei personaggi famosi della storia dello spettacolo, sia esso cinema, musica, televisione etc.. I piastrelloni con le impronte degli attori che hanno registrato film sulla collina sono invece davanti al teatro, in una piazzetta dalle modeste dimensioni.
Per carità, non voglio essere frainteso – non sto distruggendo il mito… il detto vialone con negozi, centri commerciali, passeggiata della fama e piazzetta delle dediche con mani e piedi è un posto davvero meraviglioso! Pieno di gente che viene da tutto il mondo, che fa foto, si diverte, viene fermata da “comparse dei film” per fare foto in mezzo alla strada (spiderman, superman, star wars e jack sparrow – truccati uguali ai film) e tutti sembrano immersi in questo paesaggio surreale che non aiuta a capire se si è dentro alle riprese di un film o se sia una realtà vera, vissuta…
Proseguendo verso mare ci si imbatte nel piccolo ma comunque molto importante quartiere che è Beverly Hills – altra piccola collina di Los Angeles. Grandi ville, faraoniche nel tratto Bel Air, famoso per il “fresco principe”, dove effettivamente le dimensioni delle case iniziano a farsi “imbarazzanti” – si tenga conto che si nota “solo” la facciata delle case dai viali, ma se la facciata è quella… lasciamo stare, alla fine non è di particolare rilevanza “l’architettura di un quartiere” abitato dalla vera crema del cinema hollywoodiano e dei suoi derivati… Facendo un paio di Avenue ci si rende subito conto che è tutta così e che non c’è niente da fare o da vedere di particolare… son solo viali con le palme e case che è meglio non sognare… per non starci male.
Sotto la collina di Brad Pitt e soci c’è Santa Monica – campo base del sottoscritto e degli altri due esploratori in missione con lui… Degna di nota come forse il “fiore all’occhiello di tutta la città degli angeli”, non tanto per la bellezza quanto per la vita che si vive – una città a misura d’uomo (sempre tenendo conto dei parametri detti all’inizio), dove si vive senza troppi problemi. L’aria è distesa e rilassata, c’è molto rispetto sia per giovani che per anziani. I portoni degli appartamenti sono quasi sempre “aperti al pubblico” e i recinti dei classici praticelli all’americana con garage annesso, son alti mezzo metro o poco più – forse qualche piede. Il “progresso” lo si può toccare con mano in ogni punto della strada.
Bella, bella davvero Santa Monica – very nice come direbbero “loro”. Scendendo giù verso mare per SM Blvd si arriva alla spiaggia, sede di quasi tutte le puntate di Baywatch… Chilometri e chilometri di sabbia finissima e dorata che ti portano fino in Messico (primo padrone della California come territorio, poi spodestato dagli Stati Uniti).
La cittadina successiva è Venice Beach. Risulta davvero difficile descrivere questa zona, credetemi. Forse la più particolare e la più caratteristica; dove lo skate, il surf, la sabbia, il sole, le palme, gli artisti di strada e il gusto per la trasgressione si fondono in un tutt’uno, dando vita a questa cornice unica nel suo genere, che ammalia chi ci cammina e chi ci si immerge, dopo un po’, dentro. Il posto dove sono nati gli “hippies” per intenderci… Lascio immaginare a voi lettori.
Incredibile… Le riprese dei bagnini o di tutti i programmi che girano al pomeriggio su Mtv qua in Italia possono dare un taglio abbastanza preciso di quello che è la zona. Proseguendo verso sud i confini della città di Los Angeles iniziano a sfumare, inizia a non essere più città ma si passa a tanti “piccoli paeselli” in riva al mare disposti uno dopo l’altro e sempre molto simili in successione… Marina Del Rey, Manhattan Beach, Hermosa Beach, Redondo Beach, Long Beach, Newport Beach, Laguna Beach. Tutte e solo “Beach”. Tutto e solo Orange County – che non è il nome della fiction di Ryan e Seth, ma bensì il nome di tutta questa vasta regione della California. Piccola nota dell’autore: lo sceneggiato, per dirla all’italiana, che viene trasmesso qui da noi è la seconda scelta… “loro” la seguono Laguna Beach, che da noi non ha lo stesso successo, forse perché non pubblicizzato come il primo. Tutte le beach che si leggono due righe fa, sono solo alcune di tutte quelle presenti in questa parte di America. Il viaggio dentro ad esse da la possibilità di vedere cose mai viste prima, di gustare sapori particolari, di sentire profumi di mare trasportati al largo dal vento dell’oceano, che soffia sul viso di chi osserva. Accecato mi sento ora dal caldo sole californiano che tramonta… che brucia la sabbia di queste bionde spiagge, che si “attacca” quasi non volesse togliersi più, quasi come se dicesse – ora che ti ho contagiato, sarà difficile sbarazzarsi di me! …ed è così, credetemi

Nessun commento: