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Simone Trimarchi

giovedì 21 giugno 2007

Vacanze-studio: istruzioni per l’uso.

L’esperienza di una vacanza studio potrebbe rivelarsi alquanto traumatica se la si affronta nel modo sbagliato. Ci sono accorgimenti e malizie che si acquisiscono dopo anni di esperienza e che ho deciso di rivelare in queste righe che seguiranno. Per chi non dovesse riuscire a leggere tra le righe sarà una semplice raccolta di episodi surreali avvenuti al sottoscritto durante le vacanze in Inghilterra, che spero serviranno a farvi dimenticare per qualche minuto le preoccupazioni quotidiane. Regola numero uno, mai sottostare alla volontà dei genitori che ci vorrebbero in partenza da soli, per far sì che durante la permanenza all’estero si parli solo straniero e non italiano “sennò ti mandiamo a passare l’estate a Cornigliano”; sebbene sia uno dei compromessi per farci pagare la vacanza, niente potrebbe essere più sbagliato. Anzi, di peggio c’è solo partire in due (si rischia di diventare gli zimbelli della combriccola) specie se si tratta di due esemplari di sesso maschile, che saranno per sempre additati come gli “ambigui” che stanno sempre insieme. Chi è stato in vacanza studio sa di cosa sto parlando e se non ho risvegliato ricordi traumatici sapranno certamente del passaggio numero due, per il quale, non lo nascondo, è necessaria una massiccia dose di “culo”. Si tratta del delicatissimo momento in cui ti appioppano la famiglia presso la quale vivrai nelle settimane a venire, tramite una straziante selezione modello militare. Qui devo ammettere la mia propensione per la sorte avversa, che mi ha sempre riservato famiglie a dir poco disastrate. Il trasferimento in macchina verso l’abitazione è sempre indicativo: nel mio caso si passava attraverso i quartieri residenziali, si attraversava la periferia, poi il ghetto, infine si arrivavo a destinazione. Facile spiegarsi il grande successo dei college, dove il pericolo più grave resta una sparatoria improvvisa o il cibo radioattivo, tutte cose dalle quali impari ben presto a difenderti dopo pochi giorni di “host-family”. Ricordo di un tizio, a Cambridge, un energumeno di due metri per oltre cento chili di peso presso cui risiedevo, ultras della squadra di calcio del Liverpool, talmente fissato che aveva la foto del matrimonio appesa tra una sciarpa ed una bandiera, ebbene, si era sposato allo stadio! Senza contare che durante le partite in tivù, in famiglia c’era lo stato d’allerta e, mostratomi interessato, mi voleva al suo fianco finché il Liverpool perse e fui costretto ad abbandonare la casa (mi sembra di parlare del Grande Fratello, solo che invece di Giorni c’era sto bestione che sbraitava). Ma l’aspetto sociale più importante durante una vacanza studio sono i viaggi in pullman verso le mète turistiche, in particolare i gruppetti che si formano e che vi accompagneranno per tutto il tempo. La musica nelle orecchie è da evitare, almeno i primi giorni, perché sarete isolati e nessuno vi cagherà. Da evitare sarebbero anche i discorsi filosofici o saccenti, perché sarete tacciati da “cocco di mamma” o “signor perfettino”. Io non sono mai riuscito ad azzeccare la mossa pullman, sbagliavo i tempi, insomma…prima che me ne rendessi conto le ragazze avevano già un braccio attorno al collo (a volte anche peggio…o meglio, a seconda dei punti di vista) ed io mi ritrovavo al fianco di un conoscitore esperto dell’arte della Cornovaglia ed un altro con gli auricolari che mi stava sbavando sulla camicia.
Se tornando a casa trovare una pantegana nella vasca da bagno o un uccello che vi spiuma sulla testa (…mi è successo anche questo), non disperate, vi potrebbe succedere anche di peggio. C’è infatti un’altra ardua prova che la vacanza studio vi mette innanzi: il noleggio delle biciclette per gli spostamenti cittadini. Alla “modica” cifra da strozzini che i biciclettari vi faranno pagare, potrete noleggiare una pratica bici con la promessa che alla riconsegna vi verrà restituito parte dell’importo. Non se ve la rubano. Credetemi, ho provato in tutti i modi a spiegare che ero in bolletta dopo quattro giorni di villeggiatura, ma non c’è stato verso; legatevi le biciclette alla caviglia se non vorrete correre la maratona ogni mattina e pranzare a pane e acqua, visto che il sacchetto coi viveri che passa la famiglia ospitante sembra la spazzatura quando ti dimentichi di gettarla per due settimane.
Solo i più bravi di voi riusciranno ad evitare di perdersi o l’arresto, che in questo caso vi aiuterà coi souvenir perché tornerete con un bel tatuaggio o, nel peggiore dei casi, con nuove esperienze da raccontare per l’invidia di Platinette.
Nonostante tutto questo c’è ancora qualcuno che durante il rientro in patria versa qualche lacrima. Diffidate da questi personaggi melliflui e soprattutto non cadete nel tranello di rivedere i vostri compagni d’avventura: se la biondina con il viso carino non ve l’ha data a Puttemburgo non penserete davvero che si concederà sotto casa sua, col padre dalla finestra pronto a sparare! Per fortuna che avevo imparato a fuggire nel Bronx, ma non so se tutti sarebbero così fortunati!
Insomma, se proprio volete delle vacanze avventurose, andate nella Savana africana, andate a fare surf cavalcando lo tzunami, passatevi un mesetto a casa della suocera…ma per favore, non fate gli sprovveduti in vacanza studio.


Alessio Lercari

4 commenti:

Anonimo ha detto...

eh bravo bravo che ridere sì sì

Anonimo ha detto...

sono una tua ammiratrice anonima ma cosa ci fai a savona sound su frequenze nazionali ti voglio!!!!vai al posto di leone di lernia che tanto è stato sospeso!!!!

Anonimo ha detto...

sei simpaticisssssimo gianluigi '53

Anonimo ha detto...

imparato molto