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Simone Trimarchi

venerdì 9 novembre 2007

Enzo Biagi

La mattina di martedì 6 Novembre 2007 si è spento a Milano uno dei più grandi giornalisti italiani dal dopoguerra in poi: Enzo Biagi.
Durante quella giornata molti giornalisti, tra cui il direttore de “Il sole 24ore” Feruccio De Bortoli, sono andati all’ospedale a trovarlo per l’ultima volta, esprimendo frasi d'affetto e dolore. Anche alcune personalità politiche, compreso Berlusconi, hanno pronunciato parole di stima e cordoglio per il grande cronista scomparso. Purtroppo nemmeno quel martedì sono mancate le polemiche tra maggioranza e opposizione, specialmente tra i due leader, Romano Prodi e Silvio Berlusconi. Il primo, infatti, ha accusato il secondo di aver scacciato Biagi dalla televisione e l’altro ha negato di averlo fatto.
A parte il merito della questione (la dichiarazione del capo del centrodestra è alquanto scandalosa, oltre che terribilmente falsa), quel giorno fu l’ennesima dimostrazione che l’attuale situazione politica è alquanto amara e triste, sempre carica di tensione, una tensione che non si è spenta nemmeno in un giorno così doloroso, in cui forse era meglio tacere.
La polemica in se non è sbagliata, ma non andava fatta proprio in quella giornata, magari se ne poteva parlare qualche giorno dopo. In questo senso che la trasmissione di Michele Santoro, “Anno zero”, andata in onda Giovedì 8 Novembre dedicata a Biagi e all’editto bulgaro, è stata un buon esempio di servizio pubblico.
Purtroppo noi giovani non abbiamo avuto molte occasioni per vedere Biagi in televisione, se si esclude “Il fatto” (ma forse eravamo ancora troppo piccoli per poter interessarci a questo genere di programma), le ospitate a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio e l’ultima trasmissione del giornalista, “Rotocalco televisivo”, andata in onda proprio nell’Aprile scorso.
Per il resto lo conosciamo solo di fama e, purtroppo, per il già citato editto bulgaro, ovvero la scacciata dalla Rai di Biagi, Santoro e Lutazzi avvenuta dopo le dichiarazioni critiche di Berlusconi.
Con Biagi se ne va un giornalismo molto vicino e rispettoso dei cittadini, che però riesce ad essere allo stesso tempo fortemente mordace e critico con i politici, molte volte pagandone il prezzo.
Enzo Biagi, con la sua coerenza e con il suo coraggio a non farsi sottomettere dal politico di turno, non ha dato solo una grande lezione di giornalismo che tutti coloro che vogliono intraprendere questo mestiere dovrebbero imparare, ma un bell’esempio di umanità, specialmente in quest'italietta, fatta di persone, specialmente quelle ai vertici alti, pronte a corrompere e a farsi corrompere per una poltrona o per del denaro.
Al giorno d’oggi, pur essendoci bravi giornalisti televisivi e non, praticamente nessuno è come lui, quindi si può dire che con Biagi se ne va un’intera generazione di cronisti italiani, ora rappresentati solo, o quasi, da Giorgio Bocca.
La vignetta di Vauro esposta nella già citata trasmissione di Santoro risulta amara, forse un po’ eccessiva, ma in fondo rispecchia abbastanza bene l’attuale situazione del giornalismo italiano, ecco la descrizione: alla domanda “Dove si trovano i più grandi giornalisti italiani?” la risposta è “Tutti al cimitero”, riferendosi a Indro Montanelli e a Enzo Biagi.

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