Benvenuto

Benvenuti sul Blog del VVR!

La versione online del giornale del Campus Universitario di Savona



A volte ritornano...

Dopo alcuni mesi di inattività dovuta a qualche problema tecnico e qualcun'altro più spinoso di genere burocratico, eccoci tornati ad animare la vita al Campus con i nostri frizzanti articoli!

Attualità, eventi, cronaca, politica e poesia torneranno sotto ai vostri banchi per aiutarvi a passare indenni interminabili ore noiosissime di lezione!

VVR è il giornale di chi, come voi, vive con passione l'esperienza universitaria al Campus.

Seguiteci... Non ne rimarrete delusi!

Simone Trimarchi

martedì 13 novembre 2007

Enzo Biagi (secondo articolo)

Quando qualcuno muore tutti si affrettano ad esprimere parole d’affetto, ammirazione e cordoglio per il defunto, a volte in modo sincero, altre volte in maniera completamente ipocrita.
Così è successo anche alla morte di uno dei più grandi giornalisti italiani dal dopoguerra in poi, Enzo Biagi, avvenuta a Milano martedì 6 Novembre 2007. Infatti molte personalità della carta stampata, il direttore de “Il sole 24 ore” Feruccio De Bortoli, si sono recate all’ospedale dove è deceduto il famoso cronista a pronunciare frasi di stima e dolore per Biagi. Naturalmente non sono mancate frasi di ammirazione dalle tre più alte cariche dello Stato e dei leader del centrosinistra e del centro destra, corrispettivamente Romano Prodi e Silvio Berlusconi. Tra questi ultimi è scoppiata l’ennesima polemica, in quanto il primo ha rimproverato il secondo di essere il responsabile della scacciata di Biagi dalla Rai e il secondo ha negato tutto.
Le negazioni e le parole di stima del leader della Cdl sono false, non che ipocrite, infatti tutti ci ricordiamo le sue affermazioni negative fatte nel 2002 su Biagi, Santoro e Lutazzi, non a caso tutti scacciati quasi immediatamente dopo le parole pronunciate dall’allora presidente del Consiglio.
A parte questo, però, le polemiche non andavano fatte proprio in quella giornata, in cui forse era meglio che chi provava veramente stima e affetto per il giornalista esprimesse codesti sentimenti e chi no, invece, tacesse.
Certo è che l’ennesimo scontro tra maggioranza e opposizione è specchio di un’altissima, e francamente insopportabile, tensione fra i due schieramenti, una tensione determinata non tanto dalle differenze sui contenuti, ma più che altro dal desiderio di occupare le poltrone di governo, un fine che sembra sempre di più fine a se stesso (poi ci si chiede il perché della crisi della politica).
Se fosse stato ancora vivo, Enzo Biagi avrebbe probabilmente commentato questo clima politico in modo moderato, ma ironico e graffiante, , come solo lui sapeva fare. Egli, infatti, non si sottoponeva mai ai voleri del potente di turno, anzi, ha sempre avuto il coraggio di esprimere le proprie opinioni con coerenza, molte volte pagandone il prezzo.
Il suo modo di fare giornalismo è stato un esempio per tutti coloro che vogliono intraprendere codesto mestiere.
Purtroppo noi giovani non abbiamo avuto molte occasioni di apprezzare il grande giornalista, tutt'altro, più precisamente solo quattro: gli ultimi anni della trasmissione “Il fatto” (ma forse eravamo ancora un po’ troppo piccoli per interessarci a questo tipo di programmi), alcune ospitate nel programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”, l’ultima trasmissione di Biagi “Rotocalco televisivo” (andata in onda proprio questa primavera) e, forse, leggendo qualche suo articolo scritto sul “Corriere della sera”. Per il resto lo conosciamo solo di fama e, purtroppo, per il già citato “editto bulgaro” compiuto nel 2002.
Ora, dopo aver commiserato il grande cronista, è un dovere per tutti riflettere sui danni provocati sulla sua persona, non solo quelli più recenti, ma anche quelli passati (ad esempio quello del 1963, quando in seguito ad una polemica si dovette dimettere da direttore del Tg1), ma non per provocare bisticci di parte, ma piuttosto per riflettere sull’attuale situazione del giornalismo italiano e sulla libertà di parole, per fare in modo che gli errori commessi in passato non si ripetano più su nessuno.
Credo, ad esempio, che la trasmissione di Santoro “Anno zero” andata in onda giovedì 8 Novembre dedicata proprio a Biagi, sia un punto di partenza per cominciare a fare ciò.
Inoltre, abbiamo tutti il dovere di ringraziare Biagi per la sua coerenza, per il suo desiderio di libertà e per il rispetto che aveva per ogni cittadino, dando così non solo un ottimo esempio di giornalismo, ma anche di umanità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Amiable post and this enter helped me alot in my college assignement. Gratefulness you on your information.