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Simone Trimarchi

venerdì 4 gennaio 2008

EFFETTO NOTTE

E’ da un po’ di anni che al cinema “America” di Genova si tiene ogni Giovedì, sia in autunno che in primavera, una rassegna di film chiamata “Effetto notte”. Questa viene organizzata da un gruppo di giovani appassionati di cinema, che hanno deciso di proiettare film spaziando dal passato al presente, dando pellicole sia americane, che europee e giapponesi, a volte in lingua originale con sottotitoli, altre volte con il doppiaggio. Alla fine della proiezione nessuna discussione ufficiale, ma piuttosto un rinfresco con varie cose da mangiare e da bere. Ciò che sorprende sempre è vedere ogni Giovedì sera il pubblico, da quello più giovane a quello più anziano, fare la coda per andare in sala, e non solo quando ci sono opere comiche o americane, ma anche quando vengono proiettati film seri e praticamente sconosciuti. Con questa rassegna sembra rinata la voglia di andare al cinema, di stare a guardare dei film tutti insieme.
Grazie a questa rassegna sono riuscito a vedere per la prima volta pellicole come “Il sorpasso” di Dino Risi, “Che?” di Roman Polanski, “Othello” di Orson Welles, “Come in uno specchio” di Ingmar Bergman, “Rashomon” di Akira Kurosawa ecc.
Purtroppo questo autunno gli organizzatori hanno deciso di iniziare più tardi e per una sola grande serata (i motivi di ciò verranno chiariti durante l’intervista) in cui vengono proiettati ben quattro film. Con quest’evento, avvenuto Giovedì 29 Novembre 2007, ho colto l’occasione per porre qualche domanda ad alcuni responsabili, chiedendo loro sia cose specifiche sulla rassegna, sia qualche loro opinione sul cinema d’oggi in generale. Un po’ per caso (e un po’ per desiderio) ho intervistato due degli organizzatori, più precisamente Pier Paolo e Lorenzo.

Intervista a Pier Paolo:

Com’è nata l’idea di “Effetto notte”?
“E’ nata nel 2001, ormai sono sette anni. Dall’idea di alcuni amici amanti del cinema, che volevano proporre il cinema per se stessi e per un eventuale pubblico che all’epoca non c’era ancora e che si è formato negli anni. Quindi per un'emergenza nostra, per vedere un certo tipo di cinema in un certo modo.”
Con quale criterio scegliete i film?
“Noi siamo in dieci e ognuno ha dei gusti personali che possono andare bene o meno bene rispetto a quello che il pubblico vuol vedere. Quindi in base alle nostre scelte, di ogni singolo componente, si sceglie una rassegna che va incontro ai nostri gusti sapendo anche cosa può piacere al pubblico.”
Seguite una linea tematica?
“No, una linea tematica no. Diciamo che peschiamo nel cinema di una certa epoca, che va dagli anni ‘50 agli anni ’70, però possiamo anche uscirne, non abbiamo confini.”
Prima hai detto che volete proporre il cinema in un certo modo. Qual è quindi questo modo?
“Vogliamo proporre il cinema in un modo più allegro, anche quando il film è serio, con dei rinfreschi finali, abbandonato un po’ la vecchia idea del cineforum.”
E’ facile trovare le pellicole?
“No, non è facile, anzi, è molto difficile.”
Il nome “Effetto notte” è un omaggio al famoso film di Truffaut?
“E’ un omaggio al film di Truffaut. I film francesi della Nouvelle Vague sono quasi sempre presenti nella nostra rassegna, però il nome che abbiamo scelto è anche un omaggio al vivere la notte, allo stare insieme con cultura.”
La vostra rassegna ha avuto successo da subito o c’è voluto un po’ di tempo?
“C’è voluto un po’ di tempo e un po’ di lavoro. In due anni abbiamo costruito questa fortuna.”
Ci sono state alcune critiche alla vostra rassegna?
“No, almeno non critiche negative, piuttosto critiche costruttive, di qualche nostro spettatore affezionato che ci propone dei film, c’è ne boccia alcuni, ma come rassegna non ne abbiamo ricevute.”
Qual è stata la serie di film più apprezzata?
“I Monthy Pynton e i film francesi, che sono una garanzia.”
Il vostro gruppo è mutato nel corso degli anni o è rimasto sempre lo stesso?
“Ci sono delle persone che sono rimaste dall’inizio, però alcune se ne sono andate, è rimasto un nucleo a cui molte persone si sono unite.”
Raccontaci un episodio che ti è rimasto impresso in questi anni.
“Posso ricordare i canti lirici di uno dei nostri membri, che durante l’entrata del pubblico cantò aree liriche con una buona voce da cantante d’opera che allietò l’ingresso in sala e poi le mille volte in cui si può rompere la pellicola che per me è sempre una tragedia.”
Con la vostra rassegna sembra rinata la voglia di andare al cinema. Cosa ne pensi della possibilità di scaricare film da Internet?
“Credo che, come la musica, sia una cosa bella dal punto di vista individuale ma che necessita di una regolamentazione dura, nel senso che uno può accedere alla fruizione semplice, ma deve dare qualcosa in cambio, non può essere totalmente gratuita, in quanto molte persone nel fare della musica e del cinema ci mettono il loro impegno e il loro ingegno. Inoltre rischia di morire l’aggregazione.”
Una buona parte del pubblico di “Effetto notte” è composto da giovani. Secondo te com’è il rapporto tra i giovani e il cinema?
“Secondo me c’è un buon rapporto tra i giovani che hanno attenzione e il cinema. Lo dimostra Effetto notte ma anche molti film che vengono prodotti da registi giovani, girati con attori giovani e proposti a un pubblico giovane. A parte quelli di cassetta, c’è un fermento nel mondo del cinema italiano, che poi venga percepito o meno dall’establishment è un altro discorso.”
Nella vostra rassegna molti film vengono proiettati in lingua originale. Cosa ne pensi del doppiaggio?
“Sono favorevole per nascita, nel senso che sono cresciuto con il doppiaggio, sono convinto che il doppiaggio italiano sia ottimo, e quindi nonostante le polemiche, sono affezionatissimo.”
Avete mai pensato di invitare un critico cinematografico?
“No, un critico no, perché noi siamo un movimento che pensa che una persona possa essere il critico di se stesso nella sua visione del film, quindi non c’è bisogno di nessun’altro che ti interpreti la pellicola.”
Come mai quest’anno avete cominciato più tardi e per una sola serata?
“Quest’anno abbiamo deciso per nostri motivi interni di provare a fare un evento e di farne altri, ma di fare degli eventi, non una rassegna classica, nella nostra idea come sempre di sperimentare cose nuove.”
Per le prossime volte avete già in mente qualche cosa?
“Dal punto di vista film no, perché vengono decisi all’ultimo, però sicuramente faremo altri eventi di questo tipo, eventi a spot, grossi, con tanti film, molta pubblicità e concentrati su una o più serate. Per adesso abbiamo deciso di uscire dal classicismo. La prossima serata dovrebbe esserci per la fine di Gennaio o gli inizi di Febbraio. ”

Intervista a Lorenzo:

Nella vostra rassegna avete proiettato anche alcuni film tedeschi, ne darete ancora?
“Nella nostra rassegna abbiamo dato diversi film tedeschi, di registi come Lang, Herzog e Fassbinder. Si daranno presto anche alcuni film di Wenders, che è un regista dalla brutta fama, in quanto considerato noioso. Per quanto mi riguarda apprezzo i primi e gli ultimi film della sua carriera, non quelli di mezzo, che ritengo pesanti. Tra i film tedeschi vorremo dare il primo o, con maggiore probabilità, il secondo Heimat, che, dal momento che dura 25 ore, lo proietteremo in più o meno 4 serate.”
Cosa ne pensi dell’attuale cinema tedesco?
“I film che arrivano da noi piacciono molto al grande pubblico, ma non sono niente di particolare. Ritengo inoltre che attualmente non ci sia alcuna scuola di tendenza in questa cinematografia.”
Nella vostra rassegna sono stati proiettati molti film in bianco e nero. Oggi in televisione vengono dati film in versione colorizzata, cosa ne pensi di questo fenomeno?
“Ritengo che questo fenomeno sia una cagata. In generale il fatto che un film sia a colori o in b/n non ne pregiudica la qualità, anche se devo dire che oggi sono più a favore del colore, in quanto il bianco e nero ha esaurito il suo tempo, oggi c’è il colore e deve essere utilizzato questo. Il b/n va utilizzato solo se strettamente funzionante al significato della pellicola. Lo sbaglio commesso da alcuni registi di oggi è quello di ritenere che il bianco e nero dia di per se al film un' aura intellettuale, ma non è così. Utilizzato in questo modo il b/n rischia di diventare un vezzo estetico.”
Come vedi la situazione del cinema degli ultimi anni?
“Il cinema di oggi è soltanto puro intrattenimento. A tutto c’è un inizio e c’è una fine, e questo vale anche per il cinema, che secondo me è finito. Anche noi di Effetto Notte facciamo questa rassegna quasi come se fosse una sorta di museo.”
Quindi il cinema è morto?
“Il cinema non è morto perché c’è, è presente. Piuttosto è lo spettatore che è morto, è lo spettatore che non c’è più.”
Molti dei film che date alla vostra rassegna non sono conosciuti al grande pubblico, ma piuttosto ad una cerchia di appassionati. Secondo te di chi è il compito di divulgare anche i film meno commerciali?
“Di nessuno in particolare. Oggi il cinema si è spaccato tra quello commerciale e quello d’essai. Inoltre il 90% dei film d’essai è inutile, pochissimi autori si salvano, tra cui Kaurismaki, Loach, che fa un cinema politico coerente e degno di rispetto, Sorrentino, di cui si attende il suo prossimo film Il divo, Eastwood, l’ultimo dei registi classici, Cronemberg, di cui consiglio La promessa dell’assassino e Van Sant, di cui consiglio Paranoid Park.”

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