Scienze della Persona
E’ tempo di scelte e bilanci per gli studenti. Scelte non sempre facili, bilanci dettati dall’emotività del momento o, qualche volta, affrettati e, vorrei aggiungere, scontati.
Comunque sia, è tempo di scelte e bilanci….
Per i fortunati che possono continuare gli studi o per quelli che si accingono a finirli, la facoltà alla quale si è iscritti sembra essere un punto fermo per il proprio futuro.
Un luogo dove i sogni e i desideri si mischiano con la realtà, creandone una nuova, più vera e possibilmente non solo virtuale…
Ma nell’entusiasmo degli inizi o delle fine di tale esperienza, non bisogna perdere di vista l’obiettivo finale: laurearsi nella difficile professione di essere persone, prima ancora che in una qualsiasi altra disciplina. Pensate: “dottori in Scienze della Persona”, magari con un bel 110 e lode…
Essere persone consapevoli è il nostro vero obiettivo, non ottenere un pezzo di carta!
Conquistare il nostro spazio interiore dovrebbe essere la nostra vera ambizione, senza sperare che la laurea o i docenti possano sostituirsi alle nostre responsabilità.
Troppo spesso, infatti, le aspettative superano i risultati. Così, si ricade nel facile luogo comune dell’inefficienza dell’università italiana, dell’inevitabile suo declino, della ormai cronica inadeguatezza dei programmi, dell’assoluto menefreghismo dei docenti, ecc…
Tutte facili scappatoie per un pensiero di comodo, che poco si addice alla coscienza critica che uno studente universitario dovrebbe possedere.
Certo, è vero che altrove i campus sono più belli, più attrezzati, più moderni. Ma non sottovalutiamo quello che ci è messo a disposizione da questo Campus, da questa Facoltà. Scienze della Comunicazione di Savona è una facoltà nuova sotto un duplice aspetto. Nuova perché in continua evoluzione: basti pensare che ogni anno cambiano i programmi, i laboratori, le iniziative. E nuova soprattutto per la mentalità delle persone che ne fanno parte: in primo luogo i docenti, molti dei quali ampiamente disponibili, oltre che competenti, il personale amministrativo e tutti coloro che in essa lavorano. Persone, che lavorano per noi, che continuano a studiare insieme a noi e che progettano il futuro di questa facoltà assieme a noi. Non è poco!
Non sarà il fascino dell’avanguardia, ma di certo è quello della complicità e della serietà.
Chissà se poi, noi studenti, in un fantascientifico esperimento, sapremmo fare molto di più? E se sì, perché, invece di passare il tempo in inutili e quanto mai improduttive polemiche, non proviamo a implementare il nostro sistema mentale per proporre idee, lanciare iniziative, aprire nuovi spazi? So che di idee e menti brillanti, in questo Campus, ce ne sono in quantità: sia da parte degli studenti che da parte dei docenti.
Basta un accenno che subito una chiacchierata in pausa mensa diventa un nuovo spunto per la lezione o magari persino un progetto…Ma ci vuole pure la volontà, la voglia di fare.
Perché, senza quella, di strada se ne fa davvero poca. Troppo comodo dare la colpa ai programmi, quando si cerca di evitare di studiare pure quelli minimi. Facile dire che il docente non ha saputo spiegare, quando si passano le già limitate ore di lezione a non ascoltare. Forse sarebbe utile capire se si vuole veramente imparare. Prima di avere fatto questa scelta, non si può pretendere di essere ascoltati, capiti, aiutati…
Credo che, più di ogni possibilità, quella della comunicazione, sia una scienza che ci fa crescere come individui, capaci di utilizzare delle competenze come trampolino di lancio verso nuove sinergie. L’università diviene, allora, un luogo dove veramente imparare, transitando per i prati del campus e colmando il nostro “sacco vuoto” di nuovi contenuti.
Un luogo dove si ricevono energie più che nozioni, dove soprattutto si diventa ricchi di quell’umana comprensione che ci rende ancora prima che laureati, Persone!
Anna Scavuzzo
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